ChatGPT ha un corpo grazie al robot antropomorfo Nao, creato a Milano

ChatGPT ha un corpo grazie al robot antropomorfo Nao, creato a Milano

Alla Cattolica di Milano dei ricercatori hanno dato un corpo a ChatGPT: ora si trova all'interno del robot antropomorfo Nao.
ChatGPT ha un corpo grazie al robot antropomorfo Nao, creato a Milano
Alla Cattolica di Milano dei ricercatori hanno dato un corpo a ChatGPT: ora si trova all'interno del robot antropomorfo Nao.

ChatGPT assume una forma fisica grazie all’Università Cattolica di Milano: ad accompagnare il lavoro della startup americana OpenAI sono i ricercatori dell’Unità di ricerca sulla teoria della Mente del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo milanese, i quali hanno condotto un esperimento pubblico collegando il chatbot a un robot antropomorfo. Nao, questo il suo nome, ha dunque chiacchierato con le persone senza la necessità di essere programmato per questo compito.

ChatGPT arriva nei robot

L’obiettivo dei ricercatori era molto semplice: creare un robot capace di socializzare, di intrattenere conversazioni naturali, in interazioni verosimili con gli esseri umani. Pur nei limiti definiti dal periodo di apprendimento di ChatGPT, che ricordiamo essere precedente al 2021, Nao è riuscito a parlare con sufficiente naturalezza della tecnologia, delle stagioni e di nozioni molto più tecniche.

ChatGPT

Non sono mancati gli intoppi del caso, collegati alla momentanea disconnessione del robot dalla rete Internet; al netto di questi, però, l’esperimento è proseguito con quesiti molto particolari su temi filosofici e inerenti alla psicologia. In breve, Nao ha dimostrato di non sapere di essere un’IA integrata in un robot; ergo, dimostra di non avere autocoscienza.

Angelo Cangelosi, direttore del Cognitive Robotics Lab del Manchester Centre for Robotics and AI dell’Università di Manchester, ha collaborato con il team della Cattolica per portare ChatGPT all ínterno di Nao, offrendo le competenze necessarie sul fronte tecnologico: “Abbiamo preso un Nao “bambino” e abbiamo provato a fargli sviluppare conoscenze a partire dall’esperienza, coniugando tecnologia e scienze cognitive”, ha dichiarato.

L’esperimento è stato promosso e organizzato dai docenti dell’università Cattolica Antonella Marchetti, professoressa di psicologia dello Sviluppo e psicologia dell’Educazione e direttrice del dipartimento di Psicologia; Davide Massaro, professore di psicologia dello Sviluppo e psicologia dell’Educazione; e i ricercatori in psicologia dello Sviluppo e psicologia dell’Educazione Cinzia Di Dio e Federico Manzi.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
31 mar 2023
Link copiato negli appunti