Il modello di intelligenza artificiale su cui poggia ChatGPT è stato istruito da OpenAI anche rastrellando informazioni online, in modo diretto o indiretto (dunque mediante l’analisi di dataset precostituiti), con un’attività nota come scraping e che ora è valsa all’organizzazione una denuncia. A sporgerla sono stati due autori piuttosto noti, dopo aver accertato che le loro opere sono state date in pasto agli algoritmi, senza consenso né esplicita autorizzazione.
IA e scraping: P. Tremblay e M. Awad hanno denunciato ChatGPT (OpenAI)
Come si legge nella documentazione sul caso (PDF), si tratta di Paul Tremblay e di Mona Awad. Il primo è autore di romanzi come La casa alla fine del mondo (promosso, tra gli altri, da un certo Stephen King) e Nel buio della mente. La seconda, invece, ha scritto Bunny, Rouge, Tutto è bene e 13 modi di vedere una ragazza grassa. Entrambi pretendono una compensazione non meglio quantificata per danni legali e di altro tipo
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Tutto ruota attorno al fatto che, se interpellato con la giusta richiesta, ChatGPT sia in grado di generare risposte che includono passaggi più o meno fedeli e riferimenti più o meno espliciti delle opere protette da copyright appartenenti ai due autori. Immaginiamo che, se in tribunale dovesse essere confermata la legittimità della richiesta avanzata, il numero delle cause legali di questo tipo potrebbe moltiplicarsi.
Restando in tema, nei giorni scorsi la funzionalità premium Browser with Bing del chatbot è stata temporaneamente disabilitata. Il motivo? Consentiva di aggirare i paywall.
Per il momento, da OpenAI non sono giunti commenti né repliche in merito. L’organizzazione guidata da Sam Altman, al momento, sembra aver altre priorità. Quali? Ad esempio, salvare il genere umano dal rischio di estinzione conseguente al debutto di ciò che è definita una superintelligenza. Una tecnologia che il gruppo stesso sta contribuendo a creare e che potrebbe eliminarci tutti già entro questo decennio. Ecco perché ha creato il nuovo team interno battezzato Superalignment.