ChatGPT, Garante Privacy senza peli sulla lingua: "Aspirapolvere di dati"

ChatGPT, Garante Privacy senza peli sulla lingua: "Aspirapolvere di dati"

Il Garante della Privacy continua a criticare ChatGPT e a sostenere la correttezza della sua decisione: ecco le ultime dichiarazioni.
ChatGPT, Garante Privacy senza peli sulla lingua:
Il Garante della Privacy continua a criticare ChatGPT e a sostenere la correttezza della sua decisione: ecco le ultime dichiarazioni.

Il blocco di ChatGPT ordinato dal Garante della Privacy è ancora nella bocca di tutti, che si tratti di fan del servizio firmato OpenAI, dell’intelligenza artificiale, della tecnologia, o di detrattori del chatbot. L’Autorità italiana è stata criticata anche da Matteo Salvini, il quale ha ritenuto la decisione “sproporzionata” e contrastante con la necessità di consentire la rivoluzione tecnologica nel Belpaese al fine di ottimizzare il flusso lavorativo delle imprese e dei ricercatori.

Il Garante stesso sembra però intenzionato a rincarare la dose, affermando che la sua decisione è pienamente corretta con dichiarazioni pungenti.

Il parere del Garante Privacy su ChatGPT

Come ripreso da Corriere Comunicazioni, infatti, Guido Scorza del Collegio dei Garanti della Privacy ha affermato, nel contesto del Report 2023 dell’Osservatorio per il giornalismo digitale, che “l’urgenza è stata dettata dalle circostanze” in quanto ChatGPT, servizio usato quotidianamente da centinaia di milioni di persone in tutto il mondo, è “un aspirapolvere di dati personali” che riceve troppe informazioni, anche sensibili, complice la noncuranza degli utenti.

ChatGPT Logo glow

Scorza ha aggiunto che “si racconta troppo a un servizio di cui si conosce troppo poco”, che opera mediante un algoritmo il cui funzionamento è quasi ignoto. In breve, secondo lui il Garante non può accettare che esista un servizio di questo tipo, che “rende suo ciò che è privato”.

Nel frattempo, il caso italiano sta facendo scalpore in tutto il mondo, con sempre più Paesi che osservano la vicenda e valutano di replicare con provvedimenti analoghi o, comunque, con interventi al fine di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale. Ad esempio, il Regno Unito sta preparando proposte per delineare alcuni principi chiave che le aziende devono seguire durante l’uso di strumenti IA.

D’altro canto, Paesi come Germania e Svezia hanno escluso a prescindere dei “divieti come quello italiano”; anzi, spingono per rendere l’Europa il “pioniere globale per un’intelligenza artificiale affidabile”.

Fonte: CorCom
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Pubblicato il
5 apr 2023
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