Il governo tedesco non ha nascosto affatto le sue critiche nei confronti dell’Italia per il blocco di ChatGPT ordinato dal Garante della Privacy nostrano. La pronuncia di quest’ultimo non ha quindi attirato commenti aspri da parte dei sostenitori del progresso digitale e delle IA: ecco le parole dette dal ministro per il digitale tedesco, Volker Wissing, alla Unione Europea nel tentativo di cercare una regolamentazione comune per l’IA di OpenAI.
Le critiche tedesche per il divieto di ChatGPT
Durante un’intervista a Bild am Sonntag Wissing è stato chiaro:
“Se tutti i Paesi in Europa seguiranno questo esempio, non svilupperemo alcuna applicazione AI. Quindi in futuro dovremo occuparci solo di sistemi cinesi e americani.”
In poche parole, il ministro tedesco dei Trasporti e delle Infrastrutture Digitali ha evidenziato la necessità di seguire la strada giusta, non con divieti ma con la “rapida creazione di un quadro giuridico per l’uso dell’intelligenza artificiale in Europa” in maniera tale che la tecnologia possa essere utilizzata aderendo a valori europei come democrazia, trasparenza e neutralità.
Il presidente dell’Autorità garante della privacy Pasquale Stanzione, come ripreso da Corriere Comunicazioni, ha però già risposto a questi commenti provenienti da Berlino, affermando che ChatGPT può ripartire “se c’è disponibilità da parte di OpenAI a fare utili passi”. Nello specifico, Stanzione ha dichiarato:
“È la pluralità, la convergenza e la gravità delle implicazioni delle possibili violazioni ad avermi indotto a procedere in via cautelare, provvisoria e d’urgenza.”
La limitazione applicata dal Garante è pertanto provvisoria e vuole dare vita a discussioni cruciali al fine di determinare l’avvenire delle IA. L’Italia intende infine spingere per un percorso europeo che “prescinde dal liberismo accentuato statunitense come dal sovranismo autarchico della Cina o della Corea del Nord”.
Nel battibecco sussiste quindi la medesima volontà, ovvero una spinta europea efficace e trasparente.