Le IA e i modelli linguistici avanzati come ChatGPT continuano a rivelarsi sia ricche di potenziale, sia problematiche: gli esperti di cybersecurity sono sempre più preoccupati in merito al progresso di Generative Pre-trained Transform e soluzioni simili, in quanto potrebbe portare a un incremento dei crimini informatici e ridurre il traffico sui motori di ricerca, rendendoli più pericolosi e potenzialmente meno controllati.
ChatGPT e IA preoccupano per la cybersicurezza
L’analisi condotta da GlobalData parla chiaro: al momento ChatGPT sta contribuendo alla sofisticazione delle e-mail di phishing, consentendo agli avversari di creare più mirate, personalizzate e, infine, attacchi molto più efficaci. Per questa ragione, realtà come Salesforce affermano che l’evoluzione dell’IA richiederebbe l’applicazione di risorse per sviluppare, testare e mantenere prodotti e servizi per garantire che l’intelligenza artificiale stessa operi riducendo al minimo gli impatti indesiderati e dannosi.
Le aziende stanno avvertendo la necessità di aggiungere le IA ai loro prodotti e servizi, ma aumentano al contempo le incertezze riguardanti le sue applicazioni, in particolar modo la creazione di contenuti a partire dai ricchi database di immagini, testi e altri progetti umani.
Questi casi d’uso specifici, difatti, non solo richiedono investimenti importanti per sviluppare set di dati e modelli di deep learning, ma anche un controllo continuo, ergo spese aggiuntive per team di specialisti. In definitiva, l’impatto sul margine di profitto sarebbe notevole.
Misa Singh, Business Fundamentals Analyst di GlobalData, commenta:
“Dal rilascio di ChatGPT, i professionisti della sicurezza informatica si sono preoccupati dei rischi legati ai crimini e alle minacce online. Inoltre, le società di provider di servizi Internet ritengono che ChatGPT potrebbe influire sul posizionamento nei motori di ricerca, portando a una riduzione del traffico sulla loro piattaforma.”
In merito a quest’ultimo rischio, società come Yandex NV lo osservano da due punti di vista: in primis, serve una notevole potenza di calcolo per creare modelli linguistici e adattarli ai già esistenti motori di ricerca e al loro ruolo nel World Wide Web; in secondo luogo, la ridistribuzione delle query di ricerca a nuovi formati di prodotti basati sull’intelligenza artificiale potrebbe richiedere la riorganizzazione degli strumenti o l’alterazione della capacità di monetizzare i prodotti basati sulla pubblicità.
Infine, SimilarWeb ritiene che l’espansione di ChatGPT possa offuscare parte dell’attività di ricerca dell’utente, influendo sulla rilevanza dei motori di ricerca e peggiorando il posizionamento dei portali più autorevoli, incapaci di adattare la strategia dei contenuti a un panorama di ricerca web in evoluzione.