Secondo molti esperti del settore, OpenAI non rispetterà mai le attuali leggi sulla privacy, in particolare il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) in Europa. Non è possibile perché i modelli IA usati per ChatGPT sono addestrati con i dati raccolti su Internet. Il Garante italiano attende una risposta entro il 30 aprile, ma sembrerebbe improbabile il rispetto di tutte le richieste.
OpenAI non può rispettare la legge
Il Garante della privacy ha imposto il blocco del trattamento dei dati all’azienda statunitense. Entro fine mese, OpenAI deve modificare l’informativa sulla privacy per indicare che la raccolta avviene solo con il consenso degli utenti o per legittimo interesse.
Se non riuscirà a convincere l’autorità, OpenAI potrebbe ricevere una sanzione o essere bandita dall’Italia. Dovrebbe inoltre essere obbligata a cancellare i dati raccolti. Diversi esperti ritengono che sia praticamente impossibile soddisfare tutte le richieste, in quanto i modelli IA sono addestrati con i dati prelevati da Internet, inclusi quelli pubblicati dagli stessi utenti.
L’azienda statunitense scrive sul blog ufficiale che rimuove le informazioni personali, ove possibile, perfeziona i modelli per evitare l’uso di informazioni personali e risponde alle richieste degli utenti di eliminare le proprie informazioni personali.
Secondo gli esperti, OpenAI non può chiedere un consenso esplicito per effettuare lo “scraping” dei dati su Internet, quindi rimane solo il legittimo interesse come opzione. Dovrà quindi convincere le autorità nazionali (e probabilmente la Corte di Giustizia dell’Unione europea) che la raccolta dei dati senza permesso è necessaria per il funzionamento di ChatGPT.