Lo scorso anno OpenAI è stata citata in giudizio da due scrittori, i quali sostenevano che ChatGPT fosse stato addestrato illegalmente sulle loro opere protette da copyright senza autorizzazione. Inoltre, secondo gli autori, l’azienda avrebbe utilizzato materiale piratato nel processo di training dell’IA.
Il processo doveva determinare se OpenAI avesse effettivamente violato il diritto d’autore e stabilire un eventuale risarcimento per gli scrittori lesi nei loro diritti. La sentenza creasicuramente un precedente cruciale sull’utilizzo di contenuti protetti per addestrare i modelli di intelligenza artificiale generativa.
Il tribunale respinge le accuse
La Corte Federale della California ha respinto le richieste dei due scrittori. Il tribunale ha riconosciuto che OpenAI non aveva violato il copyright e il DMCA (Digital Millennium Copyright Act). La difesa di OpenAI si basava sul fatto che le opere prodotte da ChatGPT non erano opere derivate da quelle originali, ma opere originali create dall’intelligenza artificiale. Il tribunale ha concordato con questa tesi, e ha aggiunto che l’uso di brevi frammenti di testo per scopi di apprendimento automatico rientrava nel fair use, cioè nell’uso lecito di opere protette.
Le implicazioni della decisione
Questa decisione è una vittoria per OpenAI e per l’intelligenza artificiale. Dimostra che l’uso di opere protette da diritti d’autore per l’apprendimento automatico è possibile in alcuni casi, senza violare la legge. Tuttavia, non chiude il dibattito sul rapporto tra copyright e intelligenza artificiale.
Altre cause sono in corso, tra cui quelle del New York Times e dell’autore di Game of Thrones, che accusano OpenAI di violazioni simili. Resta da vedere come si pronunceranno i tribunali. La sentenza della Corte Federale che assolve OpenAI dalle accuse di violazione del copyright è un precedente rilevante, ma non implica che tutti gli utilizzi di opere protette per l’addestramento dell’intelligenza artificiale siano leciti.
Questa decisione rappresenta certamente una buona notizia per OpenAI e una spinta allo sviluppo dell’AI generativa. Tuttavia, il quadro legale sull’impiego di dati protetti resta complesso e le aziende devono valutare attentamente l’approvvigionamento dei dataset di training.