La decisione del Garante della Privacy di bloccare ChatGPT in Italia non è stata apprezzata né dagli utenti, né all’interno degli ambienti istituzionali. A quanto pare, infatti, non è solo Salvini a opporsi al ban: il gruppo PD nella Regione Lombardia ha deciso di sfidare il Garante con una provocazione non indifferente: una proposta di legge sull’IA scritta da ChatGPT.
La proposta del PD scritta con ChatGPT
L’obiettivo di questa proposta di legge è, naturalmente, quello di regolamentare l’intelligenza artificiale. A scriverla sono stati un gruppo di consiglieri dem e il professore ordinario Luca Mari della scuola di ingegneria della Università Liuc.
Il contenuto chiave del testo riguarda i temi fondamentali dell’IA, ChatGPT compresa: responsabilità, trasparenza e fonti di informazione, privacy e ‘bias’, ovvero i pregiudizi. Il consigliere Samuele Astuti ha dichiarato che bisogna essere consapevoli di questo cambiamento epocale, aprendo un dibattito sul tema al fine di intervenire il prima possibile, regolamentando ma consentendo al contempo l’utilizzo.
Quella del PD, afferma Astuti, è una “provocazione per stimolare un dibattito”, portando infine a una legge che possa disciplinare e favorire l’utilizzo dell’IA nella Regione Lombardia. Come riportato dal Corriere Comunicazioni, l’articolo 3 propone azioni per la promozione di sistemi affidabili e sicuri; l’articolo 4 si focalizza sull’implementazione di sistemi di gestione affidabile nella Regione Lombardia e nelle società del Sireg; infine, l’articolo 5 istituisce la Consulta Regionale per la promozione di sistemi affidabili.
Un progetto di questo tipo, se ripetuto a livello regionale, nazionale o europeo, con le giuste modifiche potrebbe davvero acconsentire un utilizzo positivo e correttamente controllato non solo di ChatGPT, ma anche di altri sistemi IA avanzati in altri settori, per altri casi d’uso.
Nel frattempo, proprio nel Belpaese è stato registrato un boom di iscrizioni alle VPN per accedere a ChatGPT.