Pagare una rata in ritardo può significare finire in una lista nera che gli istituti creditizi condividono, ma svolgere un’attività politicamente “sensibile” potrà presto significare entrare in una lista dell’ FBI dedicata ai potenziali sospetti . Individui ai quali la polizia federale americana assegnerà un terror score , un “punteggio” che indicherà il grado di probabilità che il sospetto sia effettivamente un terrorista e che quindi sia più o meno pericoloso.
Di questo specialissimo “punteggio” si è fin qui parlato sul banco delle ipotesi ma ora, come segnala il Washington Post , il ministero della Giustizia americano ha formalizzato il progetto STAR (System to Assess Risk) in un rapporto consegnato al Congresso.
Sebbene alcuni parlamentari abbiano espresso il timore che STAR possa rivelarsi l’ennesimo strumento di intelligence capace di sfuggire al controllo , secondo il Dipartimento di Giustizia si tratta soltanto di rendere automatico ciò che è sempre stato fatto a mano . “STAR – sostiene il rapporto – non etichetta chiunque come terrorista. Prende in considerazione soltanto individui stranieri considerati minaccia emergente”.
Ciò che in realtà prude ai congressman di Washington è il fatto che il Dipartimento non esclude che STAR possa essere utilizzato per valutare anche cittadini americani . Lo ha sottolineato qualche senatore, come il democratico Patrick J. Lehay, secondo cui “l’amministrazione Bush ha spesso segretamente espanso l’uso di queste tecnologie per ravanare tra le informazioni più sensibili degli americani”.
Che STAR possa essere un rischio sembra emergere anche dal fatto che il sistema “ufficializzato” ora esiste in realtà da anni e che si tratta quindi di qualcosa che è già sfuggito ad un monitoraggio legale e normativo efficiente. Come se non bastasse, non è assolutamente chiaro come un cittadino americano o uno straniero, che volessero sapere perché sono stati classificati in qualche modo da STAR, possano venire informati. Il terror score era già stato stigmatizzato dagli esperti, come Bruce Schneier, secondo cui “ancora una volta veniamo giudicati in segreto, da un algoritmo informatico, senza avere la possibilità di conoscere il nostro score o di contestarlo. Kafka ne andrebbe fiero”. Esattamente come avviene con i rapporti bancari, le black list del credito che, anche nel nostro paese, possono pregiudicare le capacità di un individuo di interagire con banche ed istituti finanziari senza che questi abbia un reale controllo sulle ragioni per cui tutto questo avviene.
STAR, sviluppato dalla task force dell’FBI dedicata in modo specifico al tenere traccia dei movimenti dei sospetti terroristi, secondo il Post aumenterà o diminuirà lo score degli individui anche sulla base di elementi come paese di provenienza piuttosto che nome uguale a quello di un terrorista . Si tratterebbe di un sistema quindi del tutto simile all’ATS, l’ Automated Target System impiegato dal Dipartimento per la Homeland Security e studiato per dare uno score ad ogni passeggero in transito , in arrivo o in partenza.
Stando al rapporto consegnato al Congresso dal Dipartimento di Giustizia, una volta che un nome è stato fornito a STAR, il sistema effettua una ricerca in un ricco coacervo di database , da quelli dell’FBI ad altri archivi governativi fino ai dati di società finanziarie o di compagnie aeree. Poi fa girare i dati eventualmente rilevati attraverso il database centrale di screening antiterrorismo , “che contiene centinaia di migliaia di nomi e un archivio con informazioni su stranieri in arrivo nel paese”. Vengono verificate anche informazioni come indirizzi, numeri di telefono, dati dei documenti e via dicendo.
A garanzia che tutto questo non costituisca una minaccia , il Dipartimento assicura che i dati che saranno trattati saranno ottenuti legalmente e saranno sempre mantenuti riservati dalla task force dell’FBI.