L’indignazione ha accecato la parlamentare Claire Perry, in prima linea nel rilancio di un Regno Unito ripulito dal porno a favore di tutti i cittadini, ad eccezione di coloro che si vogliano esporre chiedendo al proprio provider di aprire le cateratte per tornare a far fluire i contenuti inopportuni. Il suo sito, nel quale ora è tornato a campeggiare il plauso al recente annuncio del Primo Ministro Cameron in materia di filtri antiporno , è stato violato, imbrattato con del materiale osceno.
A catturare un brandello del sito violato (un semplice, beffardo screenshot), il noto blogger Guido Fawkes.
Perry non esita a gridare allo scandalo: il blogger avrebbe “ospitato un link capace di distribuire porno attraverso il mio sito”. E l’intera operazione di defacement, Perry lo cinguetta con sicurezza, sarebbe stata sponsorizzata dallo stesso Fawkes. La differenza tra uno screenshot e un link , che Fawkes assicura di non aver postato, pare non essere chiara alla parlamentare che è stata la prima relatrice della proposta che cambierà volto alla Rete del Regno Unito.
Confused by technology again @claire4devizes ? We deliberately didn't link to your filthy website – we just took a SFW screenshot.
— Guido Fawkes (@GuidoFawkes) July 23, 2013
Lo scambio di battute tra Perry e Fawkes è fiammeggiante. Il blogger consulta i propri lettori: ci sarebbero tutti gli estremi per la denuncia per diffamazione . I lettori, aizzati, si esprimono affinché Fawkes adisca le vie legali.
Quella condotta sul sito della parlamentare è una intrusione che ha dell’ironico, a pochi giorni dal discorso di Cameron, che chiamava a raccolta tutti gli smanettoni britannici invitandoli a prestarsi per risolvere gli evidenti problemi di implementazione di un sistema di castrazione della Rete la cui responsabilità di sviluppo e gestione ricadrà sui fornitori di connettività e sugli operatori del Web.
Gaia Bottà