Si assumono candidati laureati, con esperienza e con una spiccata attitudine per la comunicazione con gli strumenti della Rete. In alcuni casi l’uso dei social network diventa una discriminante per ottenere un lavoro.
Un annuncio pubblicato sul sito della catena statunitense Best Buy, le cui tracce rimangono ora nella cache di Google, offriva un lavoro di Senior Manager a chi avesse più di 250 follower sul proprio account Twitter. Oltre ad aver maturato due anni di esperienza nel settore marketing era anche richiesto un anno di active blogging . Il lavoro, per il quale pare sia stato già trovato il candidato ideale, era a Richfield, in Minnesota.
In realtà, dato il funzionamento del social network, chiunque potrebbe accumulare 250 follower, senza però che questo lo renda in automatico un candidato ideale per un dato lavoro. Ciò sarebbe confermato anche da una recente ricerca che evidenziava come solo 2 CEO delle cento aziende della classifica di Fortune Magazine utilizzino Twitter e come solo 19 abbiano un profilo Facebook.
Best Buy sarebbe, dunque, la prima azienda ad aver richiesto non solo l’account Twitter ma un dato numero di follower per ricoprire una posizione.
Brian Dunn, d’altronde, amministratore delegato di Best Buy, aveva già cercato di coinvolgere Twitter nella strategia e nell’etica aziendale, invitando gli investitori a seguire l’annuale incontro della compagnia proprio tramite il social network.
Forse Best Buy ha fatto tali scelte dopo aver compreso l’utilità dei nuovi sistemi di comunicazione. Una ricerca recente , condotta dal Massachusetts Institute of Technology, infatti, aveva rilevato che i manager e i dipendenti che utilizzano i social network creerebbero maggiore profitto, in virtù delle relazioni che intessono.
Una netta inversione di tendenza, dunque. Dopo anni di paura dei social network , di censure e di tentativi di controllare la vita online dei dipendenti, l’annuncio di Best Buy potrebbe aprire la strada ad un atteggiamento più positivo nei confronti della comunicazione in Rete.
Allo stesso tempo, però, se cercare candidati che stiano al passo coi tempi e che sappiano usare tutti gli strumenti della comunicazione è un diritto delle aziende, escludere a priori candidati che potrebbero rivelarsi idonei a ricoprire una certa carica solo perché non amano particolarmente “cinguettare” potrebbe rivelarsi un passo falso.
Federica Ricca