I tre mesi di prova gratuita si sono conclusi per gli utenti della prima ora di Apple Music, l’atteso contendente nell’agone dei servizi di streaming musicale lanciato all’inizio dell’estate in un clima mediatico infiammato dai dubbi antitrust e dalla crociata di Taylor Swift nel nome dei diritti degli artisti, che ha strappato a Cupertino la promessa di retribuire gli autori anche in attesa dell’avvio del meccanismo di sottoscrizioni a pagamento.
A partire dall’inizio di ottobre, gli abbonamenti sono l’unica opzione per coloro che, esaurito l’assaggio di tre mesi, volessero continuare ad approfittare del servizio della Mela, fondato sul solo modello di business a pagamento. A meno di un mese dall’avvio dell’offerta, il CEO Tim Cook ha snocciolato qualche numero: sono 6,5 milioni gli utenti paganti, mentre 8,5 milioni stanno ancora fruendo del periodo di prova.
Si tratta di numeri in linea con quelli emersi dalle prime ricerche di mercato, da cui si apprende altresì che le fasce di mercato più incuriosite da Apple Music e più disponibili a pagare non sono quelle dei più giovani.
Immergendo i numeri nel contesto, ricordando che Apple aveva dichiarato nel mese di agosto 11 milioni di utenti per l’offerta trimestrale di prova gratuita, si può stimare con molta approssimazione che circa il 60 per cento degli utenti della prima ora abbia deciso di approfittare dell’offerta a pagamento. Offerta però destinata ad attivarsi automaticamente allo scadere del periodo di prova: complice la curiosità, ma uno scarso controllo sulle movimentazioni dei propri conti, parte degli utenti potrebbero essere finiti nel novero degli abbonati senza effettivamente fruire del servizio. Ma il 40 per cento di loro ha provveduto a disdire.
Si tratta in ogni caso di numeri assoluti di rilievo: Apple Music non è ancora disponibile per Android e non ci sono alternative all’abbonamento. Raffrontati con i 20 milioni di utenti paganti di Spotify su 75 milioni di utenti attivi conquistati in 7 anni nell’ambito della sua proposta freemium e trasversale, con i 6,3 milioni di utenti paganti di Deezer e il milione di Tidal, la scelta di Apple sembra pagare .
Gaia Bottà