Può sembrare una cifra enorme, eppure secondo l’ultima ricerca Lexmark condotta da TNS Sofres le aziende europee, comprese quelle italiane, perdono più di 100mila euro l’anno per sbadataggine e comportamenti impropri nella stampa di documenti. Almeno la pensa così il 28 per cento di un campione di 2500 dipendenti intervistati dall’istituto di ricerca per conto del produttore di stampanti.
Lo studio evidenzia che il 64 per cento del campione, definito rappresentativo dei lavoratori europei, ammette di aver lasciato almeno una volta in bella vista sulla stampante della ditta uno o più documenti sensibili, una percentuale che per l’Italia sale al 67 per cento. Nel nostro paese l’88 per cento delle persone intervistate si dichiara “preoccupata” per questo genere di eventi.
La ragione sarebbe ovvia, sostiene Lexmark, in quanto l’85 per cento degli intervistati italiani ritiene che lasciare in giro documenti di questo tipo può nuocere all’immagine personale, alla reputazione, e il 12 per cento ritiene che possa addirittura costare il posto di lavoro. Il licenziamento per l’uso “allegro” delle stampanti viene temuto dal 26 per cento di inglesi e tedeschi.
“La ricerca ha evidenziato – si legge in una nota – che i documenti più frequentemente abbandonati sulla stampante sono quelli contenenti informazioni di natura personale, di carattere aziendale e, infine, dati relativi ai clienti”.
Sebbene protocolli di comportamento atti ad evitare questi fatti siano rari, forse rarissimi, il 66 per cento dei dipendenti italiani parte del campione hanno dichiarato che aderirebbero a policy di questo tipo anche se “solo il 29 per cento sarebbe disposto ad osservarle”. Un comportamento tutto italiano: gli intervistati inglesi seguirebbero le nuove procedure nel 46 per cento dei casi.