Quello prodotto Kyocera Corp non è il primo telefono dual-screen al mondo, ma è l’unico che prova a racchiudere tre smartphone in uno. Il multitasking di Android 2.2 viene infatti ottimizzato per funzionare in diverse modalità e la gestione dello spazio su schermo cambia anche a seconda dell’orientamento, utilizzando la snodata cerniera per mutare tra conchiglia, libretto e telefono “normale”.
L’Echo è in grado di eseguire una singola applicazione a tutto schermo (4,7″- 960 x 800) o sfruttare le due metà (3,5″- 800 x 480) per giocare con l’interfaccia delle app. Sarà possibile, ad esempio, dividere lo spazio totale tra foglio elettronico e tastiera QWERTY, tra miniature di una galleria e immagini aperte. Gli schermi sono entrambi touch.
Attualmente ci sono ovviamente dei limiti nella “divisione”, anche perché per certe app mobile, come i videogame, non c’è molto interesse a mostrare contenuti ad hoc in un secondo schermo, alla maniera del Nintendo DS. Ma in futuro le cose potrebbero cambiare perché il costruttore nipponico sta rendendo le API dual-screen disponibili per tutti gli sviluppatori Android.
Lo smartphone, incluso nel listino della compagnia telefonica Sprint, venduto sotto contratto a 199 dollari, riesce anche a gestire due differenti applicazioni aperte, ognuna sulla propria metà. Chi ha già provato Echo dichiara che il dispositivo (SoC Snapdragon da 1 GHz e 512 MB di RAM) si comporta bene con due diversi siti web aperti insieme (3G o WiFi) ma rallenta chiamando in causa due applicazioni multimediali più impegnative, come la fotocamera (5 Megapixel) e i filmati YouTube.
Questa ambiziosa caratteristica “double” eleva comunque alla potenza il concetto di multitasking mobile e gesture multi-touch, rendendo l’esperimento Echo anche più interessante di certi tablet. L’unica vera perplessità riguarda la durata di una batteria che deve riuscire a tenere in piedi due display autonomi. A quanto pare nella confezione ci sarà anche una “ruota di scorta” da 1340mAh.
Roberto Pulito