Come sappiamo, una delle grandi critiche mosse a Bitcoin è quella di avere un costo computazionale talmente elevato e consumi energetici così importanti da generare un ingente impatto sull’ambiente. Chia Network è un progetto comparso di recente nel settore crypto che punta a risolvere il problema dei consumi di mining di Bitcoin (BTC) sfruttando le memorie SSD invece che CPU e GPU.
Il problema è che, secondo un recente report, questa modalità di mining delle criptovalute che prometteva di risolvere il disastro ambientale causato dai miner di Bitcoin non sembra essere poi tanto più green, andando a generare una incredibile quantità di rifiuti elettronici (e-waste).
Fondamentlmente sembra il mining della criptovaluta CHIA vada a deteriorare gli SSD in poche settimane, generando montagne di e-waste. Vediamo perché.
Chia Network deteriora gli SSD in poche settimane
A differenza di Bitcoin, Ethereum e altre criptovalute, il mining di Chia Network utilizza un’alternativa al metodo Proof-of-Work, sotto accusa per il suo alto consumo energetico: i token CHIA vengono prodotti sfruttando solo la memoria disponibile sui dischi rigidi e il mining non richiede hardware ASIC specializzati o GPU.
Chia Network utilizza dischi a stato solido (solid-state drive – SSD) di grande capacità, che offrono prestazioni migliori rispetto alle unità a disco rigido (hard-disk drive – HDD). Ma questa non sembra essere la soluzione migliore per ovviare all’eccessivo impatto ambientale del mining di criptovalute.
Un recente report segnala infatti che il mining della criptovaluta CHIA basato su una SSD standard da 512GB arriverebbe a consumarla dopo soli 40 giorni di mining continuo, a fronte del fatto che in tale arco temporale la generazione dei token richiede l’elaborazione di ben 256 terabyte di dati.
Una SSD da 1TB durerebbe di conseguenza circa 80 giorni, mentre un SSD da 2TB durerebbe approssimativamente 160 giorni, ovvero poco più di 5 mesi. Per comprendere l’impatto dell’estrazione di criptovalute con questo metodo basti considerare che, in condizioni di normale utilizzo, questi dispositivi avrebbero una vita media di circa un decennio, o anche più.
Tra l’altro, i miner di CHIA rischiano di andare fuori garanzia nel giro di pochi mesi, visto che quando una memoria SSD supera un determinato volume di elaborazione la sua garanzia non è più valida, anche se si è ancora all’interno dei 3-5 anni di validità. In più, a fronte di questi dati, i produttori di SSD sembra stiano iniziando a ridefinire le policy per la copertura degli SDD, esplicitando che la garanzia non copre le memorie utilizzate per attività di mining.