Google è il gigante dei motori di ricerca, Google vuole organizzare le informazioni e gli utenti stessi all’interno di un nuovo socialcoso di dati e applicativi web , Google ha l’ambizione di contribuire essa stessa ad arricchire la conoscenza condivisa nata dal web . Google vuole fare tutto , e ben vengano in tal senso servizi “dati via gratis” se questi servono a irrobustire le tecnologie utili alla conquista delle connessioni menti dei suoi utilizzatori. Visto il colosso in campo non è un caso che ogni sua mossa sia scrutata da vicino.
È il caso del servizio vocale telefonico GOOG-411 , considerato un perfetto rappresentante di questa “strategia del limone”, il cui scopo ultimo non sembra il somministrare una dose di advertising al fruitore, bensì ottenere un vantaggio dal semplice fatto che l’utente lo usi . Apparentemente, GOOG-411 usa una tecnologia avanzata di riconoscimento vocale per smistare gli utenti USA verso gli esercizi commerciali da loro desiderati. Il tutto gratuitamente, com’è tradizione per BigG.
A far emergere la reale natura del centralino automatico Google è stata Marissa Mayer, bionda vice-presidente del settore Search Products & User Experience che in una intervista di qualche tempo fa lo ha così descritto: “Se una linea gratuita-411 sia un business profittevole o meno di per sé è una cosa tutta da vedere. Personalmente sono un po’ scettica. La vera ragione per cui l’abbiamo aperto è perché abbiamo bisogno di mettere in piedi un ottimo modello speech-to-text… che potremo poi usare per ogni genere di cose differenti, inclusa la ricerca nei video”.
La strategia è così acclarata: gli utenti chiamano, noi cerchiamo di essere loro di aiuto senza chiedere in cambio un penny ma usiamo i fonemi e i dati audio raccolti dalle innumerevoli chiamate per migliorare la nostra piattaforma tecnologica di conversione da voce a testo. Gli utenti sono contenti, e gli esperti di riconoscimento vocale in forze a Google – alla caccia costante di fonemi , appunto – lo sono ancora di più.
Geniale, dal punto di vista di BigG, un po’ meno per i potenziali utenti se si vuole dar credito alle recenti reazioni della blogosfera: a richiamare attenzione sulla strategia del limone in salsa Google è Google Blogoscoped , il weblog che “contiene l’80% di Google” e che parla di GOOG-411 come della ennesima occasione per “collezionare ancora più informazioni su di noi, scimmie borg droni umani”.
Gli fa eco Valleywag , che satireggia di “teorie di cospirazione” sulla reale utilità del servizio GOOG-411 meno bizzarre e “orrorifiche” della verità. Come succede sempre quando si parla di Google, le reazioni mischiano riso amaro alla consapevolezza di essere oramai schiavi della Grande G in ogni possibile ambito di ricerca delle informazioni. La differenza, forse, è che ora se ne è schiavi anche fuori dalla Rete. E la cosa non potrà che peggiorare in futuro.
Alfonso Maruccia