Il nome di Anthony Levandowski è noto ai più per la sua permanenza in Google e per la successiva battaglia legale con il gruppo di Mountain View che ha portato a una sentenza di carcerazione con la grazie poi concessa in extramis da Trump poco prima di lasciare la Casa Bianca. Non tutti sanno che nel 2015 l’ingegnere ha fondato Way of the Future, a tutti gli effetti la Chiesa dell’Intelligenza Artificiale.
Way of the Future: la Chiesa dell’IA chiude i battenti
L’istituzione ora chiude i battenti, lasciando di fatto i suoi fedeli senza la guida spirituale dell’IA. Ironie a parte, lo scioglimento è stato deciso nel giugno dello scorso anno con l’avvio della pratica andata poi a concludersi a fine 2020 come testimoniano i documenti depositati in California. I fondi rimasti in cassa, per l’esattezza 175.172 dollari, sono stati donati alla newyorkese NAACP Legal Defense and Education Fund che si batte per la tutela dei diritti civili e contro le ingiustizie legate alle discriminazioni razziali.
Stando a quanto riferito da Levandowski la decisione definitiva è stata presa in seguito all’uccisione di George Floyd, con l’obiettivo di supportare economicamente cause vicine a quella sostenuta dal movimento Black Lives Matter.
Pur nella sua breve esistenza, Way of the Future non è stata una chiesa come le altre: nessuna cerimonia celebrata, nessun meeting organizzato, non c’è mai stata nemmeno una sede fisica in cui riunirsi. Il suo stesso creatore l’ha in più occasioni descritta come “qualcosa di simile a una ricerca individuale basata su un sistema di fede collettivo”, fondata sul principio che la creazione di una super intelligenza fosse inevitabile, una mera questione di tempo.
Lo scopo è stato fin dall’inizio quello di promuovere lo sviluppo etico dell’IA e massimizzare le chance che le forme di vita non biologiche (le intelligenze artificiali) potessero integrarsi in modo pacifico nella società umana.