All’indiscrezione lanciata ieri da Bloomberg fa seguito quella riportata oggi sulle pagine di Reuters: i vertici di Intel sembrano sempre più propensi a investire in Italia per la creazione di un impianto destinato alla realizzazione dei chip, nel dettaglio alle fasi di test e assemblaggio. Sul tavolo le trattative per un investimento dalla durata decennale quantificato in circa 8 miliardi di dollari, un decimo rispetto a quello previsto dalla società statunitense per rafforzare la propria presenza in tutto il vecchio continente.
Intel: 8 miliardi di euro per l’Italia
Altri paesi europei interessati dalla strategia del colosso d’oltreoceano sono Germania e Francia. Al momento non ci sono conferme ufficiali, ma un annuncio potrebbe giungere in tempi brevi, come ribadito dallo stesso gruppo in una dichiarazione che riportiamo di seguito in forma tradotta.
Siamo incoraggiati dalle numerose opportunità per supportare l’agenda digitale dell’Unione Europea e le ambizioni riguardanti i semiconduttori da attuare entro il 2030. Sebbene le trattative siano attualmente in corso e confidenziali, abbiamo in programma di rilasciare un annuncio non appena possibile.
La voce di corridoio riportata oggi da Reuters cita un dialogo tra le parti che coinvolge direttamente Mario Draghi, in questi giorni impegnato in prima persona anche nella definizione delle nuove norme anti-COVID. Al vaglio i termini della stretta di mano riguardanti la creazione di nuovi posti di lavoro e la fornitura di energia.
Nessuna certezza al momento sulla location scelta per la realizzazione dell’impianto, ma i rumor più recenti sembrano puntare nella direzione della Sicilia. L’eventuale stretta di mano andrebbe a costituire un passo in avanti verso la concretizzazione della visione invocata dall’Europa che, nel nome della sovranità digitale, ha più volte manifestato la volontà di portare nel vecchio continente almeno una parte della filiera, così da non essere più totalmente esposta alle dinamiche di un mercato in gran parte controllato dalle realtà asiatiche.
Questo importante round di investimenti mira a scongiurare il rischio che in futuro possa venire a manifestarsi nuovamente una situazione di emergenza come quella attuale, con la crisi dei semiconduttori che sta mettendo in ginocchio diverse industrie, da quella dell’elettronica di consumo al settore automotive. Parecchie aziende si sono viste costrette a rallentare o addirittura interrompere le linee di assemblaggio a causa della carenza di componenti da installare sui prodotti commercializzati.