Roma – Nel futuro della videosorveglianza e dello spionaggio sembrano esserci gli uccelli robot, volatili meccanici in grado di librarsi in aria in modo simile a quanto fanno i veri pennuti. Fra i primi ad avviare un’attività di ricerca in questo campo è Sunil Agrawal, un ingegnere americano che, nel proprio laboratorio del Delaware, sta portando avanti un progetto finanziato, fra gli altri, dall’aviazione statunitense e dalla National Science Foundation.
Il team di ricercatori guidato da Agrawal ha già sviluppato un prototipo di uccello robot che, durante un recente test, è stato in grado di volare in circolo per circa due minuti.
“Un tempo ancora molto breve – ha ammesso il capo ricercatore – ma sufficiente per averci fatto capire che la strada intrapresa è quella giusta”.
Agrawal ha spiegato che gli uccelli robot saranno dotati di una piccola telecamera e di una radiotrasmittente attraverso cui sarà possibile, da terra, ricevere le immagini riprese dall’alto.
I pennuti dal cuore di silicio vengono attualmente costruiti con fibra di carbonio e mylar, due materiali molto leggeri che hanno permesso, nonostante la batteria, di ridurne il peso a meno di 30 grammi.
Rispetto ai modellini d’aereo già utilizzati per scopi scientifici o militari, Agrawal sostiene che gli uccelli artificiali potranno offrire vantaggi quali una maggiore flessibilità e rapidità di manovra e una maggiore capacità di passare inosservati. Il principale obiettivo del progetto è infatti quello di costruire uccelli robot che, visti dal basso, appaiano del tutto simili – nella forma e nel comportamento – a quelli veri. Per raggiungere questa difficile meta il team di Agrawal sta lavorando per affinare, attraverso il certosino studio dei movimenti e delle reazioni dei veri pennuti, le capacità e lo stile di volo dei robottini volanti.
Agrawal sostiene che in futuro le sue “creature” volanti saranno in grado, attraverso sofisticati algoritmi di intelligenza artificiale, di volare in gruppo e comportarsi, in caso di necessità, come un vero stormo: questo consentirà, ad esempio, di poter sorvegliare una vasta zona di territorio o, in caso di forte vento, stabilizzare il volo degli uccelli che si trovano in coda alla formazione.
Siamo ancora lontani dagli sciami di minuscoli insetti robot descritti nell’ultima opera di Michael Crichton, tuttavia gli scienziati prevedono che già entro la fine di questo decennio gli uccelli robot avranno raggiunto un livello di sviluppo tale da renderli adatti a rapide operazioni di soccorso o brevi incursioni.