Potrebbero arrivare mesi difficili per il mondo dell’elettronica, con semiconduttori non solo in ulteriore difficoltà all’interno di un collo di bottiglia che non sembra potersi risolvere, ma anche alle prese con inevitabili rincari in risposta alle circostanze di mercato. La congiunta, secondo quanto indicato dalle stime TSMC (Taiwan Semiconductor Manufactoring, tra i principali produttori mondiali di semiconduttori), potrebbe determinare un aumento dei prezzi che va dal 10% (per la fascia di mercato più avanzata) al 20% (per i chip più comuni). Tutto ciò a seguito di un aumento medio del 10% già registrato anno su anno tra il 2020 ed il 2021.
TSMC: gli aumenti in arrivo
Che la situazione sia prossima a deflagrare era ormai nell’aria dai troppi indizi disseminati dai principali attori di mercato. TSMC spiega che gli aumenti troveranno presumibilmente concretizzazione tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022: inevitabilmente questo aumento andrà a riversarsi sui consumatori finali attraverso un incremento nei prezzi dei principali prodotti in fase di lancio sul mercato.
Smartphone, tablet, computer, ma non solo: il duplice problema che corre sui binari della scarsità e dell’aumento dei prezzi coinvolge anche il mercato automotive, dove proprio sul primo semestre dell’anno venturo sono stati identificati i maggiori problemi relativi. Al ritorno della domanda, infatti, non si potrà far fronte con un correlato aumento dell’offerta e questo non potrà che portare ad una tendenza inflazionistica accompagnata da una debolezza di mercato. Non basta l’uscita dalla pandemia per uscire dalle secche della crisi economica, insomma: a livello globale la geopolitica sta combattendo un cruciale braccio di ferro per il controllo di terre rare, materie prime, semiconduttori e filiere produttive essenziali per l’approvvigionamento dei principali produttori di elettronica.
Se non si vuole affrontare un raffreddamento (del tutto indesiderato) della domanda, occorrerà collaborare per fare in modo che le parti in causa riescano in qualche modo ad assorbire i rincari, evitando di scaricare solo sul cliente finale il sovrapprezzo. Sacrificare i margini operativi o rischiare un calo della domanda? Dilemma non semplice da sciogliere, ma è questo il conto che la pandemia sta presentando.