Se oggi per pagare la spesa possiamo avvicinare la carta di credito, lo smartphone o persino l’orologio al POS, in futuro basterà farlo con il polso. È l’idea proposta da Walletmor, che trova in questi giorni risalto sulle pagine di siti e testate, così come sulle bacheche dei social. La tecnologia in questione prevede l’installazione di un chip sottocutaneo.
Walletmor: il chip sottocutaneo Made in Poland
Il sistema impiegato si basa sullo standard NFC, ormai universalmente accettato e adottato per la gestione delle transazioni digitali in modalità contactless. Non richiede l’utilizzo di una batteria né di moduli per la trasmissione attiva di un segnale. Lo scambio di dati è innescato solo nel momento in cui l’unità si trova a brevissima distanza con un terminale di pagamento.
Qual è il prezzo del chip sottocutaneo in questione? La spesa è fissata in 199 euro. Come si legge sulle pagine del sito ufficiale, per l’installazione è necessario fissare un appuntamento con uno specialista, rivolgendosi a una clinica di medicina estetica.
Walletmor è una società nata in Polonia, ma con sede a Londra. L’idea, in realtà, non è una novità dell’ultim’ora, nonostante stia rimbalzando su portali e social solo in questi giorni. È sufficiente dare uno sguardo al profilo Twitter ufficiale per scoprire che l’installazione del primo impianto risale al gennaio 2021.
We are happy to announce that the first Walletmor Payment Implant will become available on the 1st of January 2021!
Stay tuned, future Walletmor Ambassadors!
More info: https://t.co/pqp6JCcHZr#walletmor #paymentimplant #biohacking #technology #fintech #finance pic.twitter.com/Fg4ypCnLve
— Walletmor (@walletmor) December 21, 2020
Dei possibili impieghi dei chip sottocutanei si è parlato in modo particolare dall’esplosione della pandemia in poi, talvolta in relazione metodi alternativi per la conservazione del Green Pass. In altre occasioni, sono stati affiancate alle più svariate teorie del complotto.
Le sperimentazioni su questo fronte sono però iniziate ben prima: da quasi un decennio, anche in Italia, si parla di bio hacking. C’è poi chi, come VivaLink, ha pensato a metodi meno invasivi per aumentare le funzionalità del corpo umano, attraverso tatuaggi removibili invece di veri e propri impianti.