Il mondo della rete è ormai un gigantesco cortile globale in cui si fanno cose con una velocità pazzesca e con il coinvolgimento di milioni di utenti e centinaia, a volte migliaia di intermediari (redattori, risponditori, assistenti allo shopping, pubblicitari, ottimizzatori di questa o di quella attività Web e ovviamente anche bibliotecari).
L’annuncio di Google dal blog ufficiale ha un titolo un poco romantico: Adieu to Google Answers .
È interessante pero’, in fondo al comunicato, scorrere l’elenco dei titoli di altri blog di esperti, agenzie, giornalisti ecc. ecc. che hanno il link a questo annuncio ufficiale: ci si puo’ fare una idea degli umori e delle interpretazioni date alla decisione di Google di non accettare più domande.
La maggioranza ritiene che Google si sia “arreso” davanti al successo di Yahoo! Answers e Microsoft QnA Live… Google ha ceduto, è fallito, finalmente qualcosa di Google non ha funzionato, ecc. ecc. Questa tesi sembra la più convincente e si diffonde alla velocità classica del tam tam tra i bloggers, creando uno straordinario effetto “reality”.
Ai risponditori orfani di Google Answers, piuttosto distanti come spirito dal tipo di servizio Q&A gratuito di Yahoo e di Microsoft Live, offre asilo e ascolto il capo stesso di Yahoo! Answers che ha immediatamente creato un gruppo di discussione dove non ho tempo di andare a guardare che cosa succede ma la risposta è stata vivace e immediata, a dare retta al numero di iscritti e di post…
E via così.
Trovo splendida l’ironia del titolo del pezzo di “Advertising age” (testata storica del mondo pubblicitario) che dice: “Google Doesn’t Have the Right Answers”. Google non ha le risposte giuste, o almeno non quelle che vanno di moda in questi giorni…
“Google Answers” a me non è mai parso un grande business per Google, nè un grande servizio, nè una cosa eccellente, ma insomma, è stato ed è un database di informazioni ottenute in modo piuttosto onesto e chiaro. Mai messo in grande evidenza, anzi sempre piuttosto in sordina, uscito dallo stato di “versione beta” quasi per dare ancora meno nell’occhio…. Ha fatto reclutamento di risponditori – qualche centinaio – per un periodo in verità brevissimo e mai più ripetuto. Come a dire “bastano e avanzano quelli che abbiamo”…
Ma è durato ben 4 anni, un tempo esagerato per qualsiasi progetto web! È stato più che altro una grande sperimentazione dove si è lasciato il massimo spazio possibile alla competenza dei risponditori umani, che infatti potevano negoziare con l’utente un valore = prezzo per il loro servizio…
Cio’ che mi era parso molto utile, fin dagli inizi, dal punto di vista del motore, era la possibilità di osservare le interazioni tra persone che “non si sentono fortunate” con il solo uso della tecnologia proprietaria di Google e preferiscono invece chiedere a qualcuno che ne sa di più, puo’ dare una mano, è esperto, ha accesso a delle fonti particolari…. in sostanza una minoranza di utenti Web che in certe circostanze preferisce orientarsi verso il “risponditore” umano più che credere sulla parola alla prima cosa che esce nei risultati di Google (vi ricorda per caso l’utente tipo dei servizi di reference digitale? Beh… è infatti esattamente lo stesso target).
Risultato: alla Google magari fanno per una volta la figura di quelli che hanno fallito un progetto ma a me pare che NON abbiano perso molto rispetto al loro business. Nulla di importante per il loro futuro e per il posizionamento che hanno. Allo stesso tempo hanno accumulato più conoscenze di tutti i bibliotecari messi assieme relativamente a che cosa vogliono gli utenti Web che non si considerano fortunati con il motore al primo colpo!
Hanno creato un archivio notevole di domande e risposte (e feedback degli utenti sulla qualità percepita delle risposte ottenute) su ogni possibile ambito di interessi, non molto distante dal livello di problemi spesso posti ai servizi di reference on line di biblioteche pubbliche. A differenza di queste ultime, che non è scontato lo facciano, danno accesso a tutto l’archivio delle domande e delle risposte liberamente e mantengono pubblico anche il dato del costo /valore che l’utente ha pagato per ottenere quella risposta.
Forse annunciarne la chiusura è stata una tattica ottima per farlo conoscere e usare come alternativa a Yahoo! Answers e QnA Microsoft . E i servizi di reference digitale offerti da bibliotecari? Questa è un’altra storia…:-)
nota: Questo commento è stato pubblicato in origine nella lista AIB-CUR ed è qui ripubblicato per gentile concessione della dott.ssa Longo