Linus Torvalds ha annunciato la disponibilità della release candidate di Linux 3.10, una versione del kernel open source che si prospetta essere ricca di novità e di miglioramenti prestazionali su più fronti. Per contro, le uniche novità che arrivano all’esterno sullo sviluppo del kernel di Windows sono di programmatori scontenti e di un management a cui interesserebbe molto poco incrementare le performance rispetto alla concorrenza.
La RC1 di Linux 3.10 è la più corposa RC1 vista in anno (o forse da sempre), dice Torvalds, soprattutto per quel che concerne il numero di contributi da parte dei diversi sviluppatori: si tratta di un risultato “inatteso”, spiega ancora il papà di Linux rimandando ai singoli autori per maggiori informazioni sulle novità incluse.
La lista succinta di tali novità comprende un supporto migliorato per i nuovi chip ARM con set di istruzioni a 64 bit, miglior supporto alla virtualizzazione per le virtual machine kernel-based, utilizzo migliorato delle funzionalità dei dischi a stato solido (SSD), nuovi driver per componenti audio, miglior supporto per le funzionalità di gestione energetica dei processori AMD e altro ancora.
E mentre si attende l’uscita della versione definitiva del nuovo Linux – la release 3.10 arriverà tra la fine di giugno e gli inizi di luglio – la discussione sullo sviluppo dei kernel coinvolge anche l’altra sponda del mercato informatico, vale a dire l’ecosistema Microsoft.
Un programmatore anonimo si lamenta parecchio del modo in cui la sua azienda gestisce i lavori di sviluppo sul kernel NT, sostenendo come non ci siano particolari incentivi di migliorare le performance rispetto alla concorrenza.
Windows avrebbe un kernel non al passo coi tempi perché chi ha potere decisionale in seno a Microsoft non ha incentivi a spingere in tal senso, dice il dipendente, i singoli programmatori sono altrettanto disincentivati a esporsi con guadagni prestazionali sensibili sulle performance – diversamente da quanto capita nel mondo Linux – e la sicurezza è divenuta una priorità per l’azienda solo perché le versioni di Windows XP precedenti al Service Pack 3 erano viste come una “minaccia esistenziale” al business.
Alfonso Maruccia