Che la Corea del Nord non sia esattamente in prima linea tra i paesi che si battono per garantire un accesso libero e senza ostacoli alle informazioni non è certo una novità: nel 2016 erano 28 i siti online nel paese. Da Pyongyang si registra ad ogni modo il tentativo di abbracciare gli strumenti del digitale come forma di propaganda.
Si parla oggi del lancio di un software destinato a lavoratori e membri di quello che di fatto da oltre 70 anni è l’unico movimento politico della nazione. A renderlo noto un articolo comparso su Rodong Sinmun, giornale del Partito del Lavoro di Corea e megafono per il regime di Kim Jong-un.
Chongseo 1.0 per la propaganda di regime
Battezzato Chongseo 1.0 può essere paragonato a una sorta di eBook interattivo che contiene scritti del fondatore Kim Il-sung così come del figlio e successore Kim Jong-il. Non manca inoltre materiale sull’attuale leader. È compatibile sia con il sistema operativo Windows sia con Red Star, una distribuzione di Linux appositamente adattata per sottostare alle imposizioni locali. Già in programma lo sviluppo dell’aggiornamento alla versione 2.0 con l’inclusione di nuove funzionalità come la sintesi vocale per la lettura del testo.
La Best Korea si trova a dover fare i conti con quel che minaccia l’isolamento forzato del paese e dei suoi oltre 24 milioni di abitanti. Vengono interpretate come minacce persino le pendrive USB portate entro i confini da chi visita lo stato.
Le stime parlano di circa 6 milioni di smartphone in circolazione: non si tratta però dei modelli Android o iOS distribuiti sul mercato a livello internazionale, bensì di unità progettate e assemblate ad hoc. La più recente è Pyongyang 2425 che integra componentistica cinese, con modulo WiFi, ricarica wireless, riconoscimento facciale e display caratterizzato da un ampio notch. Non può navigare liberamente in Rete, ma solo tra le risorse di una intranet locale, ovviamente sotto l’occhio vigile delle autorità.