Il rischio di fallire è inevitabile per chi si mette in gioco: Chris Poole, meglio conosciuto su Internet come moot , lo sapeva bene quando ha deciso di mettersi in gioco, e giunto al momento di scegliere se accontentarsi di una lenta agonia per la sua startup o di staccare rapidamente la spina e congedarsi con onore non ha avuto dubbi. DrawQuest, costola del primo tentativo Canvas, chiuderà i battenti a giorni: non sono bastati 25mila utenti al giorno , 400mila al mese, 1,4 milioni di download dell’app iOS e quasi 4 milioni di dollari di finanziamenti. Chris ha preso tastiera e mouse e ha messo nero su bianco il racconto di quella che probabilmente è stata la decisione più difficile della sua vita .
A 26 anni moot ha mostrato lucidità e coraggio da vero imprenditore: non ha accampato scuse, non ha dato la colpa a nessun altro , ha ringraziato chi ha creduto in lui e nel progetto fino all’ultimo. E ha deciso di raccontare tutto della sua vicenda, per “abbracciare” il fallimento e far sì che altri possano imparare dai suoi errori: “Una cosa che farò sarà scrivere della mia esperienza. In parte perché è terapeutico, ma anche perché se c’è un lato positivo in tutto questo (e c’è), è che posso aiutare a istruire altri su un percorso irto difficoltà ma comunque gratificante”.
Le cause del fallimento, secondo Chris , per Canvas e DrawQuest non risiedono necessariamente in una idea sbagliata: a quanto pare gli indicatori che misuravano il successo della startup erano tutti positivi. Il traffico generato, il tempo di utilizzo, l’engagement del pubblico, tutto ok. Tutto tranne una cosa: il team non è riuscito a trovare il modo di monetizzare adeguatamente il business (il cambio di paradigma subito da Canvas a DrawQuest, trasformando a metà percorso un’app per la creatività in una sorta di gioco al disegno più bello, non ha giovato), il tempo passava e la finestra per raggiungere il profitto si faceva sempre più stretta. Alla fine non è restato altro da fare che ammettere l’inevitabile conclusione. Chris ha ringraziato tutti e ha spento la luce prima di uscire dalla stanza.
Per il futuro moot non ha ancora progetti. Dopo aver liquidato il team di sviluppo ha deciso di utilizzare gli ultimi fondi in cassa per pagare ancora qualche mese i server: gli utenti potranno continuare a divertirsi con la loro app preferita ancora per un po’. Per quanto lo riguarda, si prenderà un po’ di pausa: elaborato il lutto non esclude di potersi ributtare in pista . E sceglie di chiudere con un sorriso: “(…) se un giorno dovessi decidere di provare a inseguire un nuovo sogno sarò in una posizione migliore per farlo. Dopo tutto, ho appena affrontato un altamente selettivo corso di studi di quattro anni pagato appena 3,6 milioni di dollari!”.
Luca Annunziata