Chiunque utilizzi Google Chrome entro poche ore si troverà il browser aggiornato alla versione 68. Si tratta di una versione importante poiché introduce una novità destinata ad impattare in modo importante l’esperienza di navigazione degli utenti: l’indicazione “Non sicuro” per qualsiasi sito che non abbia a disposizione la versione HTTPS.
Si tratta di un processo lungo e progressivo, peraltro non ancora giunto alla sua fase terminale: da tempo Google predica il passaggio ad HTTPS come valore aggiunto per il posizionamento dei siti sulle SERP del motore, in virtù della capacità del protocollo di proteggere le informazioni e con esse la navigazione dell’utente. Tale espediente, pertanto, è garanzia prima di maggior sicurezza in fase di navigazione, elemento che Google ha voluto rendere prioritario nello sviluppo e nella valutazione dei siti Web.
Con Chrome 68 ogni qualvolta si accederà ad un sito che non prevede la versione HTTPS delle proprie pagine comparirà una timida ammonizione: l’etichetta “Non sicuro” apparirà di fianco all’url nella barra degli indirizzi, monito che non vincola in alcun modo la navigazione, ma che stigmatizza in modo formale il ritardo nell’adeguamento alle prescrizioni suggerite dal browser (e dal motore di ricerca).
La leva del ranking sul motore di ricerca è importante per convincere gli sviluppatori, la leva del browser è invece importante per convincere gli utenti: oggi Chrome è utilizzato a livello globale da 6 utenti su 10, il che consegna a Google una forza persuasiva decisamente forte. La scelta di puntare su HTTPS ha già cambiato radicalmente l’orizzonte nel giro di un biennio, ma il percorso andrà ora a completarsi nei mesi a venire.
Secondo quanto spiegato da Google, il 76% del traffico veicolato da Android è ora sotto HTTPS, percentuale che sale all’83% dei top 100 siti a livello globale. Il passo odierno è quindi una sorta di velato ostracismo nei confronti dei siti che non si sono ancora adeguati, con la roadmap che prevede passi ulteriori da qui a fine anno. Dal mese di ottobre con Chrome 70, ad esempio, quando si inseriranno dati sulla pagina, l’etichetta “Non sicuro” troverà un accento cromatico rosso che sottolineerà la pericolosità di quel che si sta facendo: ciò si tradurrà inevitabilmente in un minor quantitativo di interazioni con l’utente, rendendo deleterio il non-adeguamento al nuovo standard.
Chrome 68, insomma, è solo l’inizio: presto o tardi l’http sarà definitivamente in fuorigioco.