La funzionalità ad-blocker integrata nel browser Google Chrome promessa dal gruppo di Mountain View farà il suo debutto ufficiale per tutti gli utenti a partire dal 9 luglio 2019. La data è stata ufficializzata da Google con un intervento sulle pagine del blog ufficiale. Esordirà dunque tra la release 76 prevista per il 30 maggio e la 77 in arrivo invece il 25 luglio, almeno stando alla roadmap dei Chrome download resa nota in queste ore.
Chrome: l’ad-blocker in luglio
Il blocco delle pubblicità ritenute più invasive per l’esperienza di navigazione, riassunte nello schema allegato di seguito (suddivise per piattaforme desktop e mobile) avverrà dunque lato server. È il frutto del lavoro portato avanti fin dallo scorso anno, quando bigG si è unita alla Coalition for Better Ads al fine di stabilire e far rispettare uno standard di comportamento per la visualizzazione delle inserzioni. Quando l’utente approderà a un sito, il browser controllerà se il suo URL è inserito o meno nell’elenco di quelli che non risultano conformi alle linee guida, impedendogli di mostrare banner, pop-up e altre forme di advertising.
Nel dettaglio, le tipologie di inserzioni ritenute invasive su desktop sono quattro: pop-up, quelle che si caricano all’apertura di una pagina mostrando un conto alla rovescia, i filmati per i quali viene avviata automaticamente la riproduzione con audio e i banner di grandi dimensioni in larghezza. Focalizzando invece l’attenzione sul mobile, sono molte di più: pop-up, advertising che anticipa il caricamento delle pagine o che si attiva alla loro chiusura, video con audio, banner con contenuti animati, di grandi dimensioni o che ricoprono l’intero schermo.
Webmaster ed editori si sbrighino
Per i webmaster che ancora non l’hanno fatto il suggerimento è ovviamente quello di non perdere altro tempo e consultare il Rapporto sull’Esperienza Pubblicitaria che fornisce una valutazione sulle proprie pagine, utile per comprendere se c’è bisogno di apportare modifiche e ottimizzazioni al layout per non incappare in penalizzazioni che si tradurranno in un’inevitabile riduzione degli introiti legati all’advertising.
La fase di test condotta inizialmente in Europa e negli Stati Uniti sta dunque per giungere al termine, con l’ad-blocker di Chrome pronto a entrare in azione in tutto il mondo. Stando a quanto dichiara Google nel suo intervento, in pochi mesi dall’avvio del programma i due terzi degli editori che inizialmente non risultavano conformi a quanto previsto dai Betters Ads Standards si sono organizzati in modo da correggere il tiro. Ancora, meno dell’1% dei siti presi in esame è stato finora interessato dal blocco delle pubblicità.
Considerando la quota di market share elevata (oltre il 60%) detenuta da Chrome, il gruppo di Mountain View si può permettere di fare la voce grossa imponendo la dinamica dall’alto. A chi gestisce i siti tocca adeguarsi, così da non correre il rischio di vedere il proprio modello di business compromesso da un improvviso calo verticale degli introiti legati all’advertising. Nel mezzo gli utenti finali, che non potranno invece che beneficiare di una simile mossa, accedendo a una modalità di navigazione più rispettosa del loro tempo e della loro attività online.