Il browser Chrome di Google inizierà presto a fermare l’azione di alcuni ad blocker: il primo sarà uBlock Origin, come anticipato un paio di mesi fa da uno dei suoi sviluppatori. Ecco il messaggio mostrato in apertura della pagina sullo store ufficiale dedicata all’estensione.
A breve questa estensione potrebbe non essere più supportata perché non segue le best practice per le estensioni di Chrome.
uBlock Origin è il primo ad blocker fermato da Chrome
L’avviso include un link che rimanda al sito del supporto, in cui la decisione è giustificata con la volontà di meglio proteggere la privacy e la sicurezza dell’utente.
Per proteggere meglio la tua privacy e la tua sicurezza, Chrome e Chrome Web Store richiedono che le estensioni siano aggiornate per rispettare i nuovi requisiti. Di conseguenza, Chrome potrebbe disattivare le estensioni che non soddisfano questi requisiti.
Nel momento in cui scriviamo questo articolo, è ancora possibile installarla (come da screenshot qui sotto), mentre qualcuno segnala di non essere più in grado nemmeno di effettuarne il download.
Recandosi nella sezione dedicata alle estensioni (chrome://extensions/
) compare però un altro messaggio che invita a rimuovere o sostituire quella appena scaricata, consigliando alcune alternative disponibili su Chrome Web Store. Si tratta di uBlock Origin Lite, Adblock Plus, Stands Blocker e Ghostery.
La causa di quanto sta accadendo è da ricercare nell’iniziativa messa in campo da Google per forzare il passaggio alle specifiche Manifest V3 (rimandiamo a un articolo dedicato per tutti i dettagli), rendendo deprecata la versione precedente. Un progetto annunciato molto tempo fa, nel 2019, rimandato poi nel corso degli anni. Alcuni sviluppatori di ad blocker si sono già organizzati di conseguenza.
Ricordiamo che YouTube, una delle piattaforme più importanti per bigG, è da tempo impegnata in una vera e propria guerra fatta di un continuo botta e risposta con chi gestisce le estensioni in grado di bloccare le inserzioni pubblicitarie, ritenute responsabili di compromettere il modello di business del servizio.