Chrome e GitHub: via il termine 'master', richiama lo schiavismo

Chrome e GitHub rimuovono il termine 'master'

Google e Microsoft, in relazione al lavoro sui progetti Chrome e GitHub, hanno deciso di rimpiazzare il termine 'master' con 'main'.
Chrome e GitHub rimuovono il termine 'master'
Google e Microsoft, in relazione al lavoro sui progetti Chrome e GitHub, hanno deciso di rimpiazzare il termine 'master' con 'main'.

L’uccisione di George Floyd e le conseguenti manifestazioni di protesta e solidarietà che nelle settimane successive hanno interessato tutto il mondo non hanno lasciato indifferenti nemmeno i big dell’ambito online e di quello tecnologico: hanno preso posizione tra gli altri i vertici di Amazon, di LinkedIn e di Apple. Nel fine settimana hanno deciso di fare altrettanto anche Google e GitHub, quest’ultima controllata da Microsoft, mettendo nero su bianco l’intenzione di rimpiazzare il termine “master” impiegato nei rispettivi software e nelle piattaforme gestite.

“Master” è offensivo, per Google e Microsoft meglio “main”

Via dunque ogni possibile riferimento o rimando al tema dello schiavismo, con buona pace di chi per lungo tempo ha avuto a che fare con le configurazioni master e slave durante le configurazioni hardware. Nei giorni scorsi Una Kravets, sviluppatrice al lavoro su Chrome, ha reso noto che il team sta ribattezzando il default branch del browser in “main”.

Nel suo post su Twitter l’invito a fare altrettanto è stato esteso a Nat Friedman, CEO di GitHub, che di lì a poco ha confermato di essere già impegnato a tale scopo.

https://twitter.com/natfriedman/status/1271253144442253312

Lo stesso aveva fatto la scorsa settimana LinkedIn, come confermato da Gabriel Csapo (Senior Software Engineer), prendendo in considerazione altri termini che qualcuno potrebbe ritenere potenzialmente offensivi come “whitelist” e “blacklist”.

https://twitter.com/gabriel_csapo/status/1269160583502327815

Una presa di posizione, quella di software house e piattaforme online, che se da una parte va incontro a un sentimento collettivo manifestato a livello globale per debellare la piaga del razzismo, dall’altra inevitabilmente attira a sé le critiche e le polemiche dei detrattori.

Fonte: ZDNet
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Pubblicato il
15 giu 2020
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