Come anticipato qualche tempo fa, esattamente tra sette mesi, salvo il palesarsi di eventuali intoppi, Google Chrome andrà ad abbandonare in maniera definitiva il supporto al set di API Manifest v2 che regola i permessi concessi alle estensioni, passando a Manifest v3 e, dunque, concedendo meno privilegi e rendendo meno adattabli gli ad-blocker.
Chrome: con Manifest v3 gli ad-blocker saranno meno efficaci
Andando più in dettaglio, già a partire dal mese corrente, il Chrome Web Store dovrebbe smettere di accettare le estensioni Manifest v2, mentre da gennaio 2023 il browser interromperà il funzionamento dei plugin che si basano sulla suddetta piattaforma, eccezion fatta per le versioni aziendali di Chrome che operano su criteri diversi e che smetteranno di supportare Manifest v2 entro giugno 2023.
Il verificarsi dello scenario descritto poc’anzi comporterà una vera e propria catastrofe per gli ad-bloker, in quanto add-on come Ghostery Privacy Ad Blocker, uBlock Origin e Privacy Badger, insieme alle estensioni di scripting tra cui TamperMonkey, ma soprattutto gli ad-block e gli strumenti progettati per proteggere la privacy degli utenti online, potrebbero essere meno efficaci in attesa del passaggio a Manifest v3.
Google fa presente che il passaggio in questione va a soddisfare le esigenze degli sviluppatori, ma molti creatori di estensioni non condividono il parere. Ad esempio, Aexei Miagkov dell’Electronic Frontier Foundation ha dichiarato che “big G” ha degli interessi diretti nel tracciamento diretto degli utenti per gli annunci.
Da notare, poi, che Manifest v3 riguarda i motori basati su Chromium, quindi non solo Chrome, ma pure Edge. Anche Firefox, poi, ha scelto di lasciare attiva la compatibilità per facilitare la realizzazione parallela delle estensioni da parte degli sviluppatori, ma ha deciso pure di implementare l’API declarativeNetRequest mantenendo il supporto per il blocco passivo offerto da webRequest.