Chrome 46 , l’ultima versione stabile del browser di Google per sistemi desktop, non starà più in ascolto perenne per gli eventuali comandi vocali impartiti dagli utenti. Quasi nessuno usa la funzionalità “OK Google” su computer, sostiene Mountain View.
La cura dimagrante di Chrome continua , anche se la possibilità di impartire comandi vocali non sparisce del tutto: la release 46 di Chrome (per Windows, Linux e OS X) permette di richiamare la funzionalità tramite l’apposita icona del microfono inclusa nell’interfaccia del browser.
Recentemente la tecnologia OK Google aveva sollevato polemiche per via dell’inclusione, nel codice di Chromium per Linux, di un blob binario privo di codice sorgente . L’ascolto costante connesso a OK Google continua infine a essere parte integrante dei terminali Internet-dipendenti basati su Chrome OS (Chromebook).
La disabilitazione di default dei comandi vocali dovrebbe in teoria raffreddare un po’ le polemiche sulla raccolta sistematica dei dati sensibili per cui Google è oramai nota , visto che ora solo gli utenti interessati a questo genere di opzione dovrebbero incorrere nelle registrazione vocali di Mountain View.
È interessante, infine, confrontare le diverse politiche adottate da Microsoft rispetto a quelle di Google: se quest’ultima disabilita l’ascolto perenne dei comandi vocali perché quasi nessuno vuol parlare con il proprio computer, il management di Redmond è così convito dell’attrattiva del nuovo assistente digitale Cortana da aver deciso di integrare la tecnologia nelle fondamenta di Windows 10 .
Alfonso Maruccia