Importante iniziativa di Google contro gli “ad injectors”, estensioni per il browser Chrome che infilano pubblicità (surrettiziamente o meno) nelle pagine Web visitate dall’utente. Un problema di dimensioni notevoli, che non a caso ha spinto Mountain View ad agire in maniera proattiva contro gli abusi.
La corporation dell’advertising ha studiato l’eccesso di advertising “iniettato” nei browser degli utenti assieme agli esperti dell’Università della California a Berkeley, identificando 192 estensioni – un terzo del totale – e calcolando in 14 milioni gli utenti interessati dagli ad indesiderati.
Girando su Chrome, le estensioni erano ovviamente in grado di riprodurre il problema dell’advertising fastidioso su svariati sistemi operativi per PC; il problema degli ad injector non è certo esclusivo di Chrome, spiega Google, e coinvolge anche gli altri browser più popolari.
Oltre a rendere problematica la fruizione dei contenuti Web, gli ad injector possono essere fonte di veri e propri problemi di sicurezza: Google cita in tal senso il caso del crapware Superfish individuato sui laptop Lenovo di cui tanto si è discusso nelle scorse settimane.
I termini di utilizzo per le estensioni Chrome prevedono che pratiche come quelle degli ad injector siano rese chiaramente note agli utenti prima dell’installazione: per le 192 che non avevano evidentemente rispettato le regole il gioco è finito.
Alfonso Maruccia