In futuro, forse, sarà possibile inviare micropagamenti ai siti durante la navigazione in Chrome, grazie al supporto per Web Monetization in fase di sperimentazione all’interno del browser. Riportiamo di seguito, in forma tradotta, la descrizione della tecnologia, estratta da un documento ufficiale di bigG (scoperto dalla redazione di Bleeping Computer), per capire di cosa si tratta.
Web Monetization è una tecnologia Web che permette ai proprietari dei siti di ricevere micropagamenti dagli utenti, mentre questi interagiscono con i loro contenuti. Offre ai creatori di contenuti e ai proprietari dei siti un modo per essere compensati, senza doversi affidare solamente alle pubblicità o alle sottoscrizioni.
Come funzionerà Web Monetization in Chrome
L’implementazione nelle pagine avverrà attraverso la semplice inclusione di un elemento HTML (rel="monetization"
), ad esempio <link rel="monetization" href="https://example.com/pay">
per generare un collegamento ipertestuale che attiva l’azione necessaria all’invio di denaro.
Cosa distingue Web Monetization dai tanti metodi già oggi impiegati per le transazioni online? Sono due funzionalità esclusive, eccole.
In particolare, Web Monetization offre due caratteristiche uniche: piccoli pagamenti e nessuna interazione da parte dell’utente. Gli utenti pagano o lasciano mance per i contenuti mentre ne fruiscono.
L’invio del denaro è dunque automatico, non appena si effettua l’accesso a un contenuto, a patto di aver precedentemente autorizzato il pagamento per quello specifico sito Web.
Se un utente ha configurato il suo portafoglio per un particolare sito Web, il suo browser avvierà automaticamente una sessione di monetizzazione, abilitando i pagamenti diretti dall’utente al sito.
La finalità è dunque quella di implementare e promuovere un nuovo modello di business, su cui i gestori dei siti e i creator potranno fare affidamento in futuro per monetizzare il loro impegno.
Work in progress, non arriverà presto
È bene precisare che, al momento, si tratta di un work in progress e non ancora di uno standard definito dal W3C (World Wide Web Consortium). Allo stato attuale, lo sviluppo è curato dal Web Platform Incubator Community Group, con l’intenzione di raccogliere i feedback necessari per proseguire l’iter che, forse, un giorno lo porterà all’inclusione nei browser.