Roma – Torna in scena il timore per le radiazioni elettromagnetiche generate dal WiFi: non una ma quattordici persone hanno lamentato disturbi alla salute in California, e sostengono che siano legati all’introduzione nella propria città di nuove stazioni radio WiFi.
Lo scorso novembre le autorità di Sebastopol , cittadina della California, hanno autorizzato un Internet Provider locale a fornire accesso pubblico wireless . Dopo qualche tempo sono inziate alcune lamentele, in breve concretizzatesi in una petizione sottoscritta da 235 cittadini , decisi a smuovere le autorità.
Alcuni dei firmatari descrivono la vicenda ricorrendo a toni allarmistici, mentre altri si limitano a tacere, pur sostenendo la causa oggetto della petizione.
Ma cosa c’è di concreto? La World Health Organization da tempo ripete che non ci sono prove scientifiche per ritenere che la cosiddetta EHS ( ipersensibilità elettromagnetica ) sia causata dall’esposizione a campi elettromagnetici”.
E in Italia? Autorevoli fonti hanno esaminato il problema più volte, con grande attenzione, guardandolo sotto molteplici profili. Vi è stata anche un’ interrogazione parlamentare mirata a far luce sulla questione e, in ambito europeo, più volte la questione è giunta agli onori della cronaca. Anche in Germania ha fatto parlare di sé la “paura da WiFi”, soprattutto dopo una nota presa di posizione da parte di esponenti governativi.
Ancor oggi, tuttavia, in una società dominata dai cellulari, manca un’evidenza scientifica concreta che dimostri il legame bidirezionale tra i malesseri lamentati e le emissioni radio della connettività wireless. Ma questo certo non basta a chi si sente male e ritiene di aver individuato l’origine delle proprie preoccupazioni.
Marco Valerio Principato