La cyberarmata iraniana è tornata a colpire e anche questa volta si è trattato di un obiettivo di grossa portata. Nuovi slogan in farsi e in inglese sono apparsi , così come il verde e il bianco della bandiera dell’ex-Persia. A fare le spese dei cracker, il sito del più noto motore di ricerca cinese, Baidu.com .
Stando a quanto riportato dal sito web di People ‘s Daily , quotidiano ufficiale legato al Partito Comunista Cinese, Baidu è rimasto inaccessibile per gran parte della mattinata appena trascorsa (tenendo presente il fuso orario del paese asiatico). Una grossa scritta in rosso è apparsa sullo spazio online occupato dal search engine : “questo sito è stato attaccato dall’ Iranian Cyber Army “.
L’esercito virtuale iraniano si era posto all’attenzione grazie all’attacco, alla metà dello scorso dicembre, nei confronti di Twitter, messo KO probabilmente attraverso i record dei Domain Name System (DNS). Alcuni addetti ai lavori avevano ipotizzato la mano di un gruppo di cracker, certamente non collegati in alcun modo al governo iraniano .
Stando ad alcuni esperti in sicurezza informatica, anche in questo caso si sarebbe trattato di un attacco condotto attraverso la compromissione dei DNS. Baidu sarebbe stata costretta ad utilizzare i server di un ISP della Florida al posto dei propri, all’interno dei quali il caos avrebbe preso il sopravvento.
Mauro Vecchio