Lo scontro tra Cina e USA sul fronte della sicurezza informatica non sembra destinato a trovare pace nel prossimo futuro.
La situazione è esplosa con la formalizzazione delle accuse da parte di un tribunale statunitense nei confronti di cinque militari cinesi. La Cina non è restata a guardare, ed in particolare ha annunciato l’intenzione di voler verificare da vicino qualsiasi soluzione hardware e software proveniente dagli Stati Uniti, perché sospettate di essere il canale utilizzato per spiare il governo di Pechino. Ora, le autorità del paese accusano gli Stati Uniti di condurre un piano di spionaggio informatico senza scrupoli che ha come maggiore bersaglio la Cina stessa .
L’occasione per muovere il nuovo attacco mediatico agli Stati Uniti è un’ indagine condotta da un centro di ricerca cinese che si occupa di analizzare l’impatto della Rete. Al centro del documento ci sono sempre le rivelazioni sulle intercettazioni illegali di massa portate avanti dalla National Security Agency statunitense e svelate dalle rivelazioni da Edward Snowden: la tesi che emerge facendo un sunto di tutti questi documenti è una vera e propria accusa di spionaggio.
Nei fatti, poi, Pechino dopo aver messo sotto osservazione Cisco e Microsoft, sembra stia ora facendo pressione sulle banche cinesi affinché non utilizzino più i server di IBM, affidandosi invece ad un’azienda locale. Big Blue ha riferito di non averne avuto ancora notizia e ha dichiarato che, se la decisione delle autorità fosse confermata, si rivelerebbe una sorpresa, dal momento che l’azienda ritiene di essersi fino ad ora dimostrata un partner affidabile.
Claudio Tamburrino