Una corte di Pechino ha stabilito che Microsoft viola la proprietà intellettuale di una società cinese: Zhongyi, l’azienda che ha trascinato Redmond in tribunale, affermava di aver concluso un accordo di licenza con BigM per l’utilizzo del suo font cinese in Windows 95, mentre esso sarebbe stato unilateralmente protratto da Microsoft anche per le versioni successive del sistema operativo (ma non in Seven).
La Corte per il momento ha dato ragione all’azienda cinese, ha dunque chiesto che Redmond interrompa immediatamente la vendita delle versioni contenenti il font cinese incriminato e annunciato di voler stabilire un risarcimento. Microsoft tuttavia dichiara battaglia promettendo di far ricorso.
Il caso potrebbe sembrare, peraltro, essere legato a questioni di equilibri internazionali: da quando è entrata a far parte dell’Organizzazione Mondiale del Commercio ( OMC ) la Cina si è vista chiamata in causa davanti all’organo di risoluzione delle controversie, spesso dagli Stati Uniti, e anche condannata per violazione dell’accordo TRIPS che riguarda gli aspetti commerciali della proprietà intellettuale.
La condanna a Microsoft, inoltre, arriva nei giorni in cui Obama si trova a far la sua prima visita alla Cina da Presidente in carica: proprio approfittando di questo tour, un gruppo di aziende statunitensi operanti nel Paese aveva chiesto maggiore attenzione verso le violazione della proprietà intellettuale a stelle e strisce. In Cina, spiega l’industria, è largamente sviluppato il commercio di DVD e programmi pirati, compreso lo stesso Windows.
Claudio Tamburrino