Washington e Pechino giocano a fare la guerra online: un gioco serissimo che serve a rispondere alle diverse tensioni e ai botta e risposta conseguenti ai rapporti che vedono nella Cina il paese di origine di numerosi cyber attacchi diretti contro istituzioni e aziende a stelle e strisce, e nel suo esercito il burattinaio che ne tira i fili.
Proprio i militari cinesi sono indicati dai rapporti di intelligence come i soggetti più ostili nei confronti degli Stati Uniti: vedrebbero “Washington in declino e le sue aziende come obiettivi legittimi”.
I war game , per la verità, si sono già svolti l’anno passato, rivela il Guardian : entrambi riguardavano ipotesi di attacco da parte di botnet internazionali a cui reagire. La prima simulazione – riferiscono le fonti – è andata bene, la seconda meno.
Un’altra simulazione è ora prevista per maggio: a gestire la situazione sono l’istituto cinese di relazioni internazionali e il Centre for Strategic and International Studies (CSIS) statunitense, coordinati con il Dipartimento della Difesa e il Dipartimento di Stato.
Washington già ha una collaborazione aperta con con Bruxelles per testare le rispettive infrastrutture di cyberdifesa: quella avviata ora con i “giochi di guerra” con Pechino, tuttavia, oltre ad essere uno strumento operativo di testing, appare anche come una mossa diplomatica , una sorta di “telefono rosso informatico” per evitare in futuro il generarsi di incomprensioni e conseguenti tensioni grazie ad un canale di comunicazione meno formale conosciuto con il nome diplomatico di “Track 1.5”.
Claudio Tamburrino