“A seguito di discussioni e comunicazioni avute negli scorsi mesi, crediamo che i nostri rapporti con gli autori cinesi non siano stati sufficientemente buoni. E Google è pronta a chiedere scusa per tutto questo”. Inizia così una lettera firmata da Erik Hartmann – a capo del progetto Book Search nella zona pacifico-asiatica – che ha riportato le intenzioni di BigG di avviare una negoziazione con gli scrittori cinesi , in modo da risolvere i problemi emersi sul copyright delle loro opere.
La lettera di Hartmann è stata pubblicata sul sito dell’associazione degli scrittori del paese asiatico e tra le sue righe sono stati rivelati i futuri piani di BigG per risolvere la controversia sollevata dagli autori cinesi. Entro marzo, infatti, Mountain View penserà ad un accordo risolutore , da ufficializzare alle porte della prossima estate.
Il responsabile di Book Search ha poi parlato di una mossa senza precedenti da parte di Google, almeno in relazione al suo massiccio progetto di digitalizzazione del sapere umano. Ovvero stilare una lista completa di tutti i testi cinesi digitalizzati , in modo da soddisfare le richieste dell’associazione degli scrittori asiatici.
Alla fine dello scorso novembre , una nota scrittrice cinese – Mian Mian – aveva dato avvio a quella che in molti hanno descritto come la prima causa civile contro Google dall’interno della Repubblica Popolare. 61mila yuan richiesti (circa 6mila euro) per i danni subiti dall’autrice dopo la digitalizzazione non autorizzata del suo terzo romanzo .
Intanto, il vento di protesta ha soffiato anche in casa, negli Stati Uniti. Circa un mese fa , la scrittrice Ursula K. Le Guin aveva descritto l’accordo di Authors Guild con Google come un patto con il diavolo. Da lì, la fuoriuscita di Le Guin dall’associazione degli autori statunitensi in segno di protesta. A lei, si sono aggiunte recentemente ulteriori voci di dissenso.
In particolare, quelle dei presidenti della Science Fiction and Fantasy Writers of America , della National Writers Union e della American Society of Journalists and Authors . Una lettera ha infatti spiegato: “Autori, sappiate che la libertà di negoziare i termini contrattuali relativi al vostro lavoro è basilare e preziosa”. “Speriamo che vi uniate a noi in opposizione all’accordo di Google – hanno continuato i tre presidenti all’interno della lettera – Non è giusto. Esistono milioni di autori in questa nazione che potrebbero finire incastrati in un accordo che non capiscono e soprattutto che non hanno mai richiesto”.
Mauro Vecchio