Rabbia e indignazione: sono questi in sintesi i sentimenti espressi dai netizen cinesi dopo la notizia del lancio in Cina da parte di Microsoft del programma Windows Genuine Advantage , tool ideato dal colosso di Redmond per combattere il mercato nero di sistemi operativi Windows e di software compatibile, che in Cina assume proporzioni impressionanti . Infuria la protesta degli utenti che rivendicano il diritto di disporre a proprio piacimento dell’hardware acquistato, arrivando persino ad accusare Microsoft di essere un autentico “hacker”.
Il sistema WGA è l’ultima frontiera per combattere la pirateria: il programma si installa tramite gli aggiornamenti automatici forniti da Microsoft e viene eseguito all’avvio del sistema operativo, controllando che la Product Key sia originale. In caso di copia pirata, il PC impazzisce, mandando in blackout il monitor ogni tot di minuti e visualizzando in maniera ossessiva messaggi pop-up che avvertono l’utente che la copia del sistema operativo in uso potrebbe essere illegale.
Microsoft punta al cuore del mercato nero cinese, sperando di uscirne vittoriosa. Del resto i numeri parlano da soli: stando ad un sondaggio online effettuato di recente da un sito web locale, la percentuale di utenti che utilizzano una copia pirata di Windows si aggira intorno al 75%. Numeri impressionanti e soldi che non si materializzano nelle casse di Microsoft. Le motivazioni? Perché craccato è bello e conveniente: “In Cina una copia originale di Windows costa più di 1000 yuan, mentre ogni copia pirata venduta agli angoli della strada costa al massimo 5 yuan, equivalenti a pochi centesimi di euro – spiegano dalla Cina – Inoltre, la copia è identica all’originale in quasi tutte le sue funzionalità, poiché può essere aggiornata via Internet e per di più ha un aspetto migliore e piena compatibilità”.
L’annuncio del lancio del programma – già diffuso da tempo in molte parti del globo – ha dato il via ad una serie di reazioni immediate: in breve tempo la rete si è riempita del dissenso da parte dei netizen. Tra di loro c’è anche chi definisce l’azienda di Redmond come “il più grande hacker della Cina: si intrufola nel sistema del computer degli utenti senza averne il consenso o l’autorità giuridica per farlo”. A dichiararlo è Dong Zhengwei, avvocato di Pechino, che incalza: “Le misure adottate da Microsoft causeranno seri danni funzionali ai computer degli utenti e, secondo la legge cinese, l’azienda potrebbe essere accusata per atti di violazione e hacking”. E non finisce qui: il legale ha presentato una denuncia al Ministero della Sicurezza Pubblica cinese.
Non è la prima volta che accade, soprattutto se si parla di WGA: già nel 2006 fu richiesta la class action contro Microsoft, rea secondo molti utenti di aver introdotto un vero e proprio spyware nel computer di milioni di persone. Dal canto suo, l’azienda si difende dalle nuove accuse sostenendo che “Il programma è solo una parte dell’impegno di Microsoft per garantire la protezione della sua proprietà intellettuale e per consentire agli utenti di evitare i problemi ben prima del loro insorgere”.
Vincenzo Gentile