Si tratterebbe di una mossa mirata, per tentare di spegnere il fuoco delle proteste accese dalle grandi etichette intorno ai suoi link verso brani protetti dal diritto d’autore. Baidu , motore anti-Google che domina il search cinese, ha recentemente annunciato un accordo con Qtrax , il discusso servizio di downloading musicale gratuito approvato dalle major del disco. Stando ai patti , Baidu indirizzerà gli utenti verso la piattaforma di P2P legalizzato , nel momento in cui viene cercato un brano presente nel suo vasto catalogo.
L’accordo sarà operativo a partire dal prossimo 17 dicembre, scatenando particolare fibrillazione nelle prospettive future di Qtrax: il CEO Allan Klepfisz si è mostrato elettrizzato all’idea di usufruire dei milioni di contatti quotidiani generati dai siti che orbitano intorno a Baidu. Le ricerche sulla main page del motore cinese, infatti, non forniranno alcun link al jukebox celestiale Qtrax. Clausola che non ha creato problemi all’azienda statunitense, certamente ansiosa di collaborare con il dominatore asiatico del mercato del search.
Per Baidu, una nuova occasione nella competizione con Google , anche se resta da vedere come funzionerà esattamente il modello di business proposto da Qtrax, la cui struttura era già stata testata con risultati non esattamente incoraggianti. La piattaforma deve pagare le royalty ogni volta che un brano viene scaricato, ma le sue uniche entrate rimangono quelle provenienti dall’advertising . Klepfisz si è mostrato fiducioso, con il motore di ricerca cinese pronto a riscattarsi dopo le accuse di corresponsabilità di downloading illegale, nell’eterna lotta di Pechino per un maggiore controllo del traffico Internet.
Il quotidiano di stato China Daily ha infatti riportato le solite grandi preoccupazioni del governo relative alla diffusione di false informazioni e nuovi crimini elettronici . Nell’ottica di quello che è stato soprannominata Grande Muraglia digitale, il ministero della pubblica sicurezza Meng Jianzhu ha parlato di nuove sfide per una vera stabilità sociale, derivanti dal veloce sviluppo di Internet. L’obiettivo è un grande sistema di sicurezza informatica e controllo di quella che è la più grande popolazione online del mondo, con più di 300 milioni di netizen. Un massiccio meccanismo di prevenzione a partire dal nodo della pornografia sul web, per arrivare a quello del file sharing non autorizzato.
“La Cina deve ripulire Internet dalla pirateria – ha dichiarato Charles Zhang, a capo del search engine Sohu.com – altrimenti si ritroverà ad affrontare un rallentamento nella sua spinta all’innovazione”. Per Zhang, proteggere la proprietà intellettuale sarebbe una questione vitale in un preciso ed intenso stadio di sviluppo a cui è giunto il paese asiatico. “Se non risolviamo il problema del file sharing selvaggio – ha continuato – nessuno comprerà più film o guarderà serie TV. Si riverseranno tutti su Internet, infliggendo un duro colpo alla capacità propulsiva dell’innovazione cinese”.
Mauro Vecchio