Per il governo di Pechino è l’ennesima misura a protezione di oltre 500 milioni di netizen, contro la diffamazione e il furto d’identità cibernetiche. Nella visione degli utenti, non si tratta che dell’ultimo giro di vite avviato dalle autorità cinesi per meglio monitorare il flusso delle informazioni nel gigantesco ecosistema digitale.
Come riportato dall’agenzia di stampa Xinhua, le autorità cinesi sarebbero vicine all’introduzione di una nuova legge per il “sano e ordinato sviluppo di Internet”. A partire da una bozza legislativa, tutti gli utenti cinesi dovranno fornire i propri dati identificativi a fornitori di connettività, operatori di telecomunicazione e web company .
Con l’invio coatto di informazioni personali ai vari fornitori di servizi, il governo asiatico sarà in grado di controllare le identità di tutti gli utenti locali, per evitare attività fraudolente come il furto d’identità o specifiche violazioni della privacy sulle varie piattaforme cibernetiche.
Alla fine del 2011, le autorità di Pechino avevano puntato gli iscritti al popolare social network Sina Weibo, obbligati a fornire la propria identità per aprire un account. Gli utenti della piattaforma si erano scatenati, sottolineando come la nuova misura servisse per controllare eventuali manifestazioni di dissenso .
Per i rappresentanti di governo, la gigantesca comunità di netizen cinesi non potrà mai essere veramente tutelata se in condizioni di anonimato online. L’identificazione di massa sarebbe cruciale per tutelare davvero i diritti fondamentali degli stessi utenti , altrimenti vittima di atti diffamatori o di incursioni fraudolente.
Mauro Vecchio