La Grande Muraglia digitale edificata dalle autorità cinesi è fatta di filtri ed è fatta di esseri umani : moderatori e vigilantes, aziende e controllori monitorano quanto avviene online, collaborano con le forze dell’ordine per contribuire a mantenere salutare l’ambiente online. Ma ci sono cittadini della rete che non intendono rassegnarsi al dettato ufficiale.
Hu Xingdou è un docente di economia: opera in rete manifestando il proprio pensiero riguardo alle tematiche più disparate. Non teme di commentare episodi di corruzione, analizza fatti di cronaca di cui i media si limitano a sfiorare la superficie, si occupa di sostenibilità ambientale: per farlo utilizzava uno spazio web messo a disposizione da Xin Net. Fino al momento in cui ha ricevuto un’email nella quale l’azienda lo avvertiva del fatto che i contenuti postati erano illegali, che la pagina sarebbe stata rimossa.
Ma Hu Xingdou non si è rassegnato alla decisione dell’azienda che lo ha estromesso dalla rete: analogamente ad altri blogger ha trascinato in tribunale i responsabili di Xin Net, gli è stata riconosciuta la ragione. L’azienda che ospitava i suoi scritti, nonostante abbia rimosso tutti i contenuti chiamando in causa l’illegalità del materiale, non ha saputo dimostrare alla corte che il docente di economia avesse davvero violato la legge. Non è stato chiamato in causa il diritto alla libertà di espressione: il tribunale ha semplicemente decretato che le motivazioni che avrebbero potuto innescare una rimozione non fossero evidenti, e che Hu Xingdou non fosse stato adeguatamente informato della cancellazione dall’azienda che ospitava la sua finestra sul web.
Il docente di economia medita ora di denunciare anche le autorità che hanno ordinato alla piattaforma di rimuovere il suo sito: a inoltrare a Xin Net la notifica sarebbero stati vigilantes della rete assoldati da Pechino per monitorare quanto di sconveniente avvenga online. Hu Xingdou non spera in una vittoria, ma auspica che la sua presa di posizione serva a scuotere altri concittadini della rete dal torpore in cui li si vorrebbe costretti.
Ma a mostrare il proprio dissenso nei confronti del rigore con cui le autorità vorrebbero epurare la rete sono anche coloro che sono incaricati di moderare forum e gruppi di discussione, coloro che si occupano di rimuovere contenuti e di dare risonanza alle sortite gradite a Pechino. Un manipolo di webmaster e moderatori della provincia dello Yunnan si sta opponendo alle richieste delle istituzioni.
Le forze dell’ordine avevano chiesto direttamente ai moderatori la rimozione di un post ritenuto troppo insinuante, relativo ad un incidente automobilistico che aveva provocato 22 morti e alle responsabilità che si sarebbero potute attribuire ad istituzioni poco pronte nell’intervenire. Ma molti fra i moderatori hanno incrociato le braccia: sostenuti dalle critiche e dalle denunce dei cittadini della rete, non rimuoveranno i post che inquietano le autorità.
Gaia Bottà