Verso un “sano e ordinato sviluppo di Internet”, l’anonimato in Rete potrebbe presto diventare un vago ricordo per le nuove generazioni di netizen cinesi. Con una notifica diramata dal governo di Pechino, le attività di caricamento di un filmato online saranno soggette all’obbligo di identificazione per gli oltre 500 milioni di utenti cinesi .
In particolare, tutte le piattaforme web che ospitano contenuti degli utenti saranno autorizzate alla diffusione dei soli video caricati dagli uploader identificati o, meglio, che avranno fornito una “vera identità” come si legge nel comunicato diramato dalle autorità asiatiche.
Alla fine del 2011, il governo di Pechino aveva puntato gli iscritti al popolare social network Sina Weibo, obbligati a fornire la propria identità per aprire un account. Gli utenti della piattaforma si erano scatenati, sottolineando come la nuova misura servisse per controllare eventuali manifestazioni di dissenso. Nella visione di stato, l’identificazione di massa sarebbe cruciale per tutelare davvero i diritti fondamentali degli stessi utenti, altrimenti vittima di atti diffamatori o di incursioni fraudolente .
La grande schedatura cinese ricorda quella adottata nel lontano 2007 in Corea del Sud – obbligo di identificazione per tutte quelle piattaforme con più di 100mila visite al giorno – successivamente ritenuta incostituzionale per questioni relative alla riservatezza degli utenti. Le autorità di Pechino mirano al caricamento di video – forse la tipologia di contenuto più in espansione negli ultimi anni di Internet – per evitare la diffusione di volgarità, pornografia e, secondo l’opinione di molti, il dissenso politico .
Mauro Vecchio