Cina, l'autarchia del search

Cina, l'autarchia del search

Una joint venture tra l'agenzia di stampa governativa e il più grande operatore mobile del mondo. Per sviluppare un business fruttuoso che, assicurano le autorità, gioca un ruolo sempre più importante nell'orientare l'opinione pubblica
Una joint venture tra l'agenzia di stampa governativa e il più grande operatore mobile del mondo. Per sviluppare un business fruttuoso che, assicurano le autorità, gioca un ruolo sempre più importante nell'orientare l'opinione pubblica

Pechino non rimarrà inerte ad assistere al dilagare dell’importanza di un segmento come quello del search e dell’advertising online: Xinhua, l’agenzia di stampa del governo, e China Mobile, l’operatore mobile più grande del mondo, a partecipazione statale, hanno annunciato un patto volto alla creazione di un motore di ricerca.

I dirigenti dei due colossi hanno rivelato il nome della joint venture, Search Engine New Media International Communications Co., ma non hanno snocciolato dettagli in merito ad investimenti e progetti. Si metteranno a frutto le esperienze delle due aziende, si recluteranno esperti dalla Cina e dall’estero: l’obiettivo è quello di giungere a creare, a corollario del motore di ricerca, nuovi canali mediatici e attività che orbitino intorno al business dell’advertising.

L’ opportunità , in termini di mercato, appare appetitosa: il campo è dominato da Baidu, che sgomita agevolmente a danni di concorrenti come Google. In un mercato del search che può contare su 420 milioni di utenti Internet Baidu detiene, in questo secondo trimestre del 2010, una quota pari al 70 per cento. Google, in netta discesa rispetto ai mesi precedenti, si accaparra il 24,2 della torta, che nel secondo quarto del 2010 valeva un totale di 2,67 miliardi di yuan, più di 300 milioni di euro. China Mobile vanta oltre 550 milioni di utenti, si configura come l’operatore mobile più colossale del mondo: non è improbabile che, riverberando il proprio peso sul segmento del search, possa scompaginare l’attuale assetto del mercato cinese.

Ma non di solo mercato sembra trattarsi. Pechino tiene in pugno lo scenario dei media con una legislazione che consente l’intervento diretto delle autorità nella concessione di licenze che autorizzano gli operatori a procedere: Google vi si è ingarbugliata , ma c’è da attendersi che le autorità non potranno che dare il benvenuto a Xinhua e China Mobile, entrambe inevitabilmente in linea con quanto previsto da Pechino.

“I motori di ricerca, che hanno potenti capacità di gestire l’informazione – ha constatato il vicepresidente di Xinhua Zhou Xisheng in occasione dell’annuncio dell’accordo – giocano un ruolo sempre più importante nel disseminare informazioni e nell’influenzare l’opinione pubblica”. Stato e mercato si intrecceranno in Search Engine New Media International Communications Co.: l’organizzazione dell’informazione a favore dei cittadini della rete non sarà delegata a operatori esteri da indirizzare opportunamente. Questa joint venture, scrive la stessa Xinhua nel riportare le parole di Zhou, “è parte del più ampio tentativo del paese di salvaguardare la sicurezza del suo sistema informativo e di portare avanti il solido, salutare e disciplinato sviluppo dell’industria cinese dei nuovi media”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
13 ago 2010
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