Stando alle notizie diramate da diverse fonti locali , la Cina ha imposto restrizioni alle esportazioni dei droni e delle componenti per supercomputer.
Ad essere interessati dalla nuova regolamentazione che restringe l’esportazione fuori dai confini cinesi sarebbero gli UAV ( Unmanned Aerial Vehicles , o Aeromobili a Pilotaggio Remoto) in grado di volare in condizioni atmosferiche difficili, per più di un’ora ed a più di 1,5 km di altezza, nonché i computer con capacità di calcolo pari a 8 teraFLOPS e le relative componenti .
A giustificazione della decisione cinese ci sarebbero motivi di sicurezza nazionale: il Ministro del Commercio, in particolare, nel suo comunicato a riguardo parla della necessità da parte degli operatori del settore di ottenere certificati ad hoc in cui si notifichino le caratteristiche tecniche, il cliente finale e l’utilizzo che questi ne farà della tecnologia cinese esportata.
La scelta di Pechino, in questo senso, sembra legata ad un episodio di qualche settimana fa che ha visto un drone – di presunta fabbricazione cinese – abbattuto in Pakistan: sono d’altra parte diversi i droni militari prodotti in Cina, tra cui i modelli CH-3, CH-4 e Wing Long del Chengdu Airplane Design Research Institute e quelli di DJI che sono esportati anche in paesi politicamente poco stabili come Pakistan e Myanmar.
Tuttavia, diversi osservatori guardano ad una giustificazione molto più di facciata: in particolare, la mossa sembra rappresentare la volontà di rispondere agli Stati Uniti che di recente con la National Strategic Computing Initiative hanno dichiarato la volontà di sviluppare un supercomputer in proprio per sfidare il dominio cinese, adottando nel contempo dei limiti alle esportazioni di componenti per motivi di sicurezza legati a certe funzioni assolte dai supercomputer localizzati in Cina.
Inoltre, anche perché la notizia è stata lanciata per prima dalle fonti ufficiali di Pechino e perché non si tratta di un blocco ufficiale ma di una serie di restrizioni burocratiche, diversi osservatori parlano anche di una mossa squisitamente di marketing, tanto che a seguito dell’annuncio le discussioni si sono concentrate anche sulle capacità tecniche dei droni prodotti in Cina, che solo in parte rientrerebbero nelle caratteristiche tecniche d’avanguardia per cui pare plausibile l’interesse nazionale.
Claudio Tamburrino