In fatto di geopolitica la Cina ha sempre avuto le idee abbastanza chiare: nessuna mappa in circolazione se non previa autorizzazione da parte di Pechino. Fino a ora, solo aziende del calibro di Nokia e Baidu sono riuscite a passare le durissime prove di selezione predisposte dalla Repubblica Popolare. Le ultime notizie informano che i servizi di mappatura online condotti dalle aziende che hanno correttamente inoltrato le domande di autorizzazione non saranno bloccati: Google e Microsoft possono tirare un sospiro di sollievo.
Secondo l’ultimo regolamento in materia di mappatura geografica impartito da Pechino, è necessaria una licenza concessa dallo stato per procedere con i lavori . Il Dipartimento addetto ai rilevamenti topografici e alla mappatura geografica aveva così sottolineato che avrebbe bloccato tutti i siti giudicati “non idonei”, oltre a non rilasciare i permessi alle aziende che, dal primo luglio, presentano domande errate o parziali.
“Non indagheremo o bloccheremo i siti che hanno presentato le proprie richieste e che sono ancora al vaglio”, spiega l’Ufficio preposto attraverso una email inviata al quotidiano China Daily .
Secondo gli analisti si tratta di un segnale positivo lanciato nei confronti di Redmond e, in particolare, di Mountain View, i cui segnali di vita in Cina sono notoriamente deboli. Per Yan Xiaojia, analista presso Analysys International a Pechino, si tratta solamente di attendere, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che entrambi i colossi IT riusciranno a ottenere i permessi.
Marsha Wang, portavoce di BigG in Cina, ha preferito non esprimersi sulla questione, limitandosi a ripetere che l’azienda è in trattative con il governo circa le modalità con le quali offrire un servizio di mappatura al paese.
Cristina Sciannamblo