È tornata a funzionare dopo tre giorni, improvvisamente sospesa dai responsabili delle due principali piattaforme di microblogging in terra cinese. La libera pubblicazione di opinioni e commenti è stata dunque restituita a più di 700 milioni di utenti , abituali frequentatori dei social network Weibo e Tencent.
Un fiume di proteste aveva inondato le due piattaforme, con gli account impossibilitati a pubblicare commenti sui post dei propri contatti. Probabile – ma non confermato in via ufficiale – l’intervento delle autorità di Pechino, che non avrebbe affatto gradito la circolazione di indiscrezioni su certe figure del governo .
In particolare quella relativa alla caduta di Bo Xilai, uno degli esponenti di spicco del Partito Comunista al potere in Cina. Le autorità asiatiche avevano già chiuso una dozzina di siti (arrestando 6 persone) accusati di aver cospirato nei confronti del governo. Come noto, le indiscrezioni pericolose per la sicurezza nazionale non sono affatto tollerate .
Vaghe le dichiarazioni dei gestori di Weibo e Tencent: il blocco dei commenti sarebbe stato necessario a “fare pulizia”, ovvero a togliere dai siti contenuti “illegali e pericolosi”. Resta il fatto che i commenti su Xilai hanno attirato le irate attenzioni degli esponenti di governo in terra asiatica.
Attenzioni guadagnate anche dal noto artista locale Ai Weiwei, che ha deciso di diventare volontariamente una vittima della brutale sorveglianza cinese. Weiweicam è l’esperimento di protesta che manda in onda la vita ordinaria dell’attivista grazie a 4 webcam impiantate nella sua casa .
Mauro Vecchio