A poche ore dalla notizia dell’accusa depositata dagli Stati Uniti nei confronti di tre militari cinesi e dell’interruzione da parte di Pechino dei progetti che la vedevano collaborare sul fronte cyber sicurezza con Washington, dalla Cina arriva la prima brutta notizia per le aziende statunitensi: sui computer utilizzati dal Governo sarà proibita l’installazione di Windows 8 .
Il Governo cinese, ad ogni modo non avrebbe agito in seguito alle accuse statunitensi: la decisione, inserita in un documento che prescrive delle direttive riguardo al risparmio energetico, appare semplicemente essere la reazione all’interruzione degli aggiornamenti di Windows XP, che nel paese asiatico ha ancora il 70 per cento del market share . Se la situazione dovesse ripetersi anche per il nuovo sistema operativo di Redmond, secondo le autorità cinesi, i rischi di vulnerabilità e insicurezza lieviterebbero.
Questa decisa presa di posizione, inoltre, potrebbe essere l’occasione per la Cina per concentrarsi sullo sviluppo del proprio sistema operativo basato su Linux, già annunciato enl contesto della sua politica informatica autarchica.
Da ora in poi, in ogni caso, secondo il comunicato ufficiale che sta circolando online ogni computer, portatile o tablet acquistato da un organo del governo centrale dovrà montare un sistema operativo diverso da Windows 8.
Microsoft si è detta sorpresa rispetto all’annuncio e ha assicurato che continuerà a fornire Windows 7 alle autorità cinesi, senza rinunciare a offrire in valutazione delle copie del suo più recente sistema operativo.
Claudio Tamburrino