“Siamo contrari all’operato di tutti quei paesi che cercano di sfruttare la tutela della libertà in Rete come mero pretesto per poter interferire negli affari esteri di altre nazioni”. Così il portavoce del ministero degli Esteri cinese Ma Zhaoxu, recentemente intervenuto a commentare certe posizioni assunte dal governo degli Stati Uniti.
In particolare quelle illustrate dal Segretario di Stato statunitense Hillary Clinton, che alla platea della George Washington University aveva parlato del principio di libertà di connessione , una delle principali direttive della politica estera sostenuta dall’amministrazione Obama.
Zhaoxu ha commentato aspramente le dichiarazioni di Clinton, sottolineando come il reale intento del governo statunitense consista nel controllo remoto della politica estera cinese . Secondo lo stesso portavoce, gran parte degli utenti del paese asiatico avrebbe libero accesso alla Rete. Ad eccezione di quei blocchi specifici imposti dalla legge .
E di controllo del web è tornato a parlare il Presidente cinese Hu Jintao, soprattutto in seguito al forte vento di rivolta popolare scatenatosi in Medio Oriente. A rischio ci sarebbe in primis la stabilità del governo di Pechino, minacciato da conflitti che troverebbero in Rete la più vasta eco .
Le autorità cinesi sarebbero dunque pronte ad una nuova stretta su determinate libertà di espressione, in particolare quelle veicolate attraverso le principali piattaforme di microblogging. Le maglie della censura potrebbero così stringersi intorno a community online, forum e servizi in stile Twitter .
Mauro Vecchio